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Anna Wintour lascia Vogue? Altro che addio e pensione, anche alle regine piace la poltrona. E la verità è che il suo potere aumenta: ecco perché

  • di Gaia Bonomelli Gaia Bonomelli

  • Foto di Ansa

27 giugno 2025

Anna Wintour lascia Vogue? Altro che addio e pensione, anche alle regine piace la poltrona. E la verità è che il suo potere aumenta: ecco perché
Chi si aspettava un ritiro dalle scene per dedicarsi a un'autobiografia o a un reboot de “Il diavolo veste Prada” rimarrà deluso. Per Anna Wintour non è ancora tempo di pensione, sebbene i suoi 76 anni non rispecchino il concetto di “pensionamento anticipato”. In realtà con questa decisione sulla direzione di Vogue, il suo potere aumenta. Ecco perché

Foto di Ansa

di Gaia Bonomelli Gaia Bonomelli

L'indiscrezione era circolata già sette anni fa, ma ora è ufficiale: Anna Wintour ha davvero lasciato la direzione di Vogue. Una notizia che, allora, era stata prontamente smentita da Bob Sauerberg, al tempo ceo di Condé Nast, il quale aveva annunciato che la Wintour avrebbe continuato la sua collaborazione a "tempo indeterminato come capo redattore di Vogue Magazine e direttore artistico di Condé Nast". Ma anche l'infinito, a quanto pare, ha una fine. Oppure no? Perrché l'addio di Wintour non è proprio tale. Se c'è una cosa che Anna Wintour sa fare, è tenere la poltrona... e tutta l'industria con sé.

Nonostante abbia annunciato la sua decisione in una riunione di redazione, lasciando il suo incarico storico rivestito dal 1988, la regina di Vogue continuerà a supervisionare il marchio come direttore editoriale globale e chief content officer presso Condé Nast, un ruolo che la vede supervisionare quasi tutti i titoli dell'azienda, ad eccezione del New Yorker. Come ha dichiarato lei stessa al New York Post, la sua intenzione è di continuare a "prestare molta attenzione all'industria della moda", aiutando "la prossima generazione di redattori appassionati a prendere d'assalto il campo con le proprie idee, supportati da una nuova ed entusiasmante visione di ciò che può essere una grande società di media". Quindi, il suo ruolo non sarà poi così tanto diverso da quello ricoperto finora. 

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Anna Wintour Ansa

Su The Business of Fashion Diana Pearl scrive che questa decisione è vista da molti come un ulteriore consolidamento di potere per la Wintour, che le consetirà di governare più direttamente tutti i titoli sotto la sua responsabilità. Nonostante ciò, l'articolo suggerisce che "mentre questa mossa è certamente lontana dal pensionamento, è il segno più sicuro che la società sta prendendo in considerazione piani di successione per l'inevitabile era post-Wintour." Si tratta dell'ultima fase di una "riorganizzazione pluriennale che ha interessato le edizioni internazionali di Vogue, con la sostituzione dei capi redattori con capi dei contenuti editoriali che riportano direttamente alla Wintour. Questo cambio di ruolo le permetterà di distribuire il suo tempo più uniformemente tra i vari titoli sotto la sua supervisione". 

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Il legame tra Anna Wintour e Vogue ha radici profonde, iniziato oltre 40 anni fa con il suo ingresso a Londra per dirigere British Vogue, per poi approdare, nel 1988, alla guida di Vogue America, succedendo a Grace Mirabella. La sua prima storica copertina, che vedeva per la prima volta il denim in prima pagina, segnò un punto di svolta.

Sotto la sua guida, Vogue ha subito una profonda trasformazione, abbandonando le modelle in copertina in favore delle celebrità. Ha anche rivoluzionato la raccolta fondi annuale del Met Gala, trasformandolo in uno dei red carpet più attesi e commentati al mondo. La sua influenza va oltre il mondo della moda: come documentato dalla biografa Amy Odell nel suo libro "Anna: The Biography" (2022), figure di spicco- da registi ad atleti- si sono affidate ai suoi consigli nei momenti cruciali delle loro carriere. Nonostante il cambio di ruolo, l'influenza di Anna Wintour nel mondo della moda e non solo sembra destinata a perdurare.  

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di Gaia Bonomelli Gaia Bonomelli

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