Ma voi tutte queste raggelanti parole che finiscono in “ing” per descrivere quelli che una volta erano solo delle m*rde, le conoscete tutte? La risposta è no, ve lo diciamo noi. Motivo per cui vi presentiamo un elenco rapido e indolore, proprio per capire, senza troppi giri di parole, quando “Fare come Baglioni e levarsi dai....”. Negli ultimi anni, termini come ‘orbiting’, ‘ghosting’ e ‘benching’ sono diventati mostruosamente comuni per descrivere le dinamiche relazionali, influenzate dai social media e dal digitale. Quelli che una volta avremmo umilmente catalogato come atteggiamenti da “poveri/e str*nzi/e codardi/e” adesso hanno nomi specifici che catalogano al meglio le merdelle da cui, secondo la scienza, la psicologia e il comune buon senso, sono infrequentabili. Ecco, quindi, un sanissimo e onestissimo elenco di queste 5000 sfumature di “amore tossico”, utile per chi, come me, poco digerisce questa rivoluzione digitale dei sentimenti.
1. Ghosting
Il ghosting il più noto e famigerato: scomparire improvvisamente dalla vita di qualcuno senza nessuna spiegazione plausibile. Dal "ti amo" al "non sei mai esistito", in un battito di click. Questo lasciando, spesso e volentieri, l'altra persona confusa e ferita. E se, appena appena ha un'autostima al di sotto della media, con una domanda in mente: "Cos'ho di sbagliato in me?".
2. Zombieing
Il zombieing: non può esisterte senza il ghosting, e fondamentalmente è il riapparire dal regno dei morti, per un lasso di tempo limitato, nella vita dell'ex partner, causando ulteriori shock e stress. A seguire di solito c'è una nuova sparizione e conseguenti centinaia di euro spesi tra ansiolitici e terapia.
3. Orbiting
Orbiting: la psicologia definisce questo atteggiamento come una "subdola forma di stalking". Tra tutti gli atteggiamenti discutibili che finiscono in "ing" è a mio avviso il peggiore. In cosa consiste? Continuare a seguire l'ex partner sui social media dopo la fine della relazione, mantenendo una presenza virtuale destabilizzante, muta e inspiegabile. Un fantasma che ti appare con più o meno frequenza alla finestra dei sentimenti, mentre cerchi di dimenticare l'infame di turno. Sadismo puro.
4. Breadcrumbing
Breadcrumbing in sostanza è: inviare segnali minimi e ambigui per tenere viva la speranza del partner, senza un vero impegno. Praticamente marcare il territorio di continuo, per assicurarsi che non ti venga mai in mente di dimenticarlo/a. Altresì chiamata (da me) "la sindrome del pollaio". Siete nati uomini o polli? Fate vobis.
5. Love bombing
Il noto love bombing è oggetto di un numero infinito di Reel comici, perché è meglio riderci sopra, sempre e comunque. Si tratta bombardare il partner di attenzioni e affetto iniziali per creare una dipendenza emotiva, spesso seguita da un improvviso distacco, o da un gelo senza senso. Scappare è sempre la soluzione migliore.
6. Gaslighting
Gaslighting: questo è solo per veri pro del collezzionismo umano, ovvero manipolare psicologicamente il partner facendo dubitare della sua percezione della realtà. "Tu sei pazza, lei è solo la mia portinaia" è la loro arma d'attacco. Ovviamente la "portinaia" detiene le chiavi di casa sua e del suo fallo. Ma la pazza (o i pazzi) siete voi.
7. Benching
Benching: "stai in panchina, che intanto penso cosa fare di te". Ovvero tenere qualcuno in attesa senza un vero impegno, mentre si esplorano altre opzioni sentimentali.
9. Textlantionship
Parliamo di textlantionship quando abbiamo una relazione che esiste solo tramite messaggi, senza trasferirsi mai nel mondo reale. Non ve la darà mai. State sereni.
10. Kittenfishing
Il kittenfishing, diventanto famoso nei primi anni 2000 è l'atto di usare foto o profili non completamente veritieri sui social per apparire migliori e ottenere un flirt. Ci hanno fatto su interi programmi televisivi e inchieste giornalistiche. Una parola solo per descriverlo: delinquenziali.