Stanchi di cantare la sigla dei nani della Loacker senza poter godere delle rosee cime innevate delle Dolomiti, dopo una bella sosta alla malga a base di schnitzel, birra Forst e patate fritte? Vorreste vantarvi della vostra tuta che vi fa sembrare fighi come maestri di sci mentre vi abboffate di kaiserschmarren? Non sapete cosa cazzo siano gli knodel, per non parlare dei Krampus a Natale? Ebbene ora non avete più scuse per rimandare, poiché a due ore da Bolzano, percorrendo l’autostrada del Brennero, raggiungerete la Val Pusteria, ed esattamente il paesino di San Candido - in tedesco Innichen - dove potrete scendere a bomba dal Monte Baranci e soddisfare altre vostre curiosità, compresa quella di assaggiare la pizza Sinner, in onore del tennista più famoso d'Italia che qui ha avuto i natali e che ha soppiantato Matteo Berrettini, che da un po' non struscia più una palla a causa della presenza perturbante della Satta e la tendenza al divismo, complice il suo essere bonazzo, recente vittoria a Marrakesh a parte.
Sinner, secondo giocatore di tennis più forte al mondo, almeno per ora in attesa del primato, roscio di capelli e dai tratti non esattamente mediterranei quanto piuttosto nordici, differisce dal bel moro Matteo anche nelle qualità di antidivo, lontano dal gossip e avulso da ingerenze nella sua privacy. Di lui si sa che ha una ragazza italiana che vede poco - ma a quanto pare sopporta le assenze - che è di madrelingua tedesca, figlio di Siglinde e Hanspeter (non esattamente Pietro e Filomena), che il padre fa il cuoco da vent’ anni in Alta Pusteria e gli prepara i suoi piatti preferiti tirolesi. Eh sì, perché Jannik ha frequentato le scuole tedesche prematuramente interrotte prima del diploma di maturità, all’Istituto privato Obershule Walther a Bolzano. Se comunque siete tipi smaliziati e propensi a dare un nome alle cose, sappiate che il conteso territorio ora italiano, meta di quelle che negli anni ‘80 si chiamavano settimane bianche per le famiglie benestanti, è quella parte di sud Tirolo austriaco finito come bottino di guerra in terra italica, o meglio diventata italiana per caso.
Tutto da quelle parti è parecchio lontano, al colpo d’occhio, a qualsivoglia attitudine ed inclinazione mediterranea, che ricordi la nostra madre Patria, anzi se capita, è possibile anche vedervi dare alle fiamme un busto degli Alpini – è già successo-. Dopo la fine della Prima guerra mondiale infatti, il confine italiano fu spostato al Brennero, trasformando così in una notte 200.000 cittadini di lingua tedesca in italiani, per volere di Mussolini che intendeva italianizzare questa terra – compresi i cognomi della gente - rimasta per oltre 1400 anni nell’orbita di Austria e Germania. Sovente capita però di scampagnare per le valli pusteresi tra bandieroni della provincia autonoma del Sudtirolo, rossi e bianchi con l’aquila imperiale nera del reich che troneggia nel mezzo, come a sottolineare, con un messaggio per nulla subliminale, che di assoggettarsi a questo territorio estraneo e alla sua cultura, per gli abitanti, non se ne parla proprio. Anzi, essendo ancora parecchio incazzati è loro intenzione eliminare la dicitura Alto Adige imposta dal Duce e ripristinare l’originario Sud Tirolo. I più empatici obietteranno “Come dar loro torto?”, ma è più comune sentire a furor di popolo osservazioni di livello avanzato del tipo “Se proprio ve ne volete annà, tedeschi, annatevene”.
Per quanto riguarda la famiglia Sinner, i conoscenti della vicina cittadina Bruneck riferiscono che la madre Siglinde e il padre Hanspeter siano molto riservati. Il babbo di Jannik, cuoco professionista, ha lavorato per venti anni a Sesto in Val Fiscalina, in Alta Pusteria, presso il Rifugio Fondovalle dove ha preparato i piatti preferiti del figliolo, ghiotto però non di tirtlen e capriolo ma di pasta al pomodoro e di quella – buonissima e facile da trovarsi da quelle parti - a base di maccheroni conditi con panna, funghi, ragù, speck, zucchine e melanzane. Si hanno notizie recenti, inoltre, della sua passione per i tortellini gratinati panna prosciutto e piselli. E per quanto riguarda la pizza Sinner, com’è? Pare sia al pomodoro e mozzarella di bufala, basilico, pomodorini, carciofi e prosciutto crudo. Ma la recente specialità del babbo di Jannik, ora che del figlio campione è diventato il cuoco personale, è una padellata di avanzi di canederli, nell’ottica a lui cara di una cucina antispreco, condita con alloro, burro al pino mugo, maiale e funghi del posto. Il suo credo? “Prepara il cibo con la stessa cura con la quale vorresti che fosse preparato e presentato per te”. Una buona occasione, ribadiamo, per visitare i verdi alpeggi brucati da vacche privilegiate, in un territorio così ridente e austero allo stesso tempo, che tiene lontani i bifolchi e i romani più biechi, perché così lontani da quella mentalità operosa e armoniosamente silenziosa, tanto che quando i coatti per caso migrano in questi lidi non è raro sentirli esclamare, con un vov caldo in mano “Da noi in Italia...” ad un rassegnato tedesco.