Un tempo i diamanti erano i migliori amici delle ragazze. Dai collier di Bulgari ai più fané di Tiffany, la miglior panacea per alleviare le noie derivanti dalle aporie caratteriali delle femmine sono sempre stati i gioielli. Ora dinanzi alle tirchierie di qualche cavaliere barzotto che latita sull'anello, arrivano le bistecche impanate nell’oro, che costano come un brillocco. Da quando Nusret Gökçe ha cominciato a salare la carne col suo gesto iconico, qualunque mezza calzetta sulla terra ha iniziato a stringere il gomito per tirare sale addosso alla fettina. Ma chi caz*o è Nusret Gökçe? I più informati sapranno che la star del macello dai prezzi esorbitanti e dall’abile maestria nel taglio dei quarti di bue è in arte Salt Bae, acronimo di before anyone else. Il fatto sconcertante è che dopo aver aperto 32 ristoranti nel mondo, costui sia in procinto di, attenzione, aprirne uno a Roma. Si, proprio nella Capitale più scalcinata e amata da tutti, tra i romani che non hanno ancora ben capito chi osi varcare le sacre mura impunemente, ignorando chi sia davvero costui, ma soprattutto come gli sia venuto in mente di piombare sui sette colli in maniera parecchio naïf, senza rendersi minimamente conto della situazione nella quale andrà ad imbattersi con siffatta prosopopea. Parliamo proprio del macellaio più assurdo e spettacolare che la terra abbia mai visto; il sacerdote dello slaughterhouse turco con gli occhiali a specchio e la t shirt bianca, che pensa, a quanto pare, di sistemarsi a Roma come se niente fosse. Salt Bae ha davvero l'ardire di piombare dove riposa Augusto Imperatore, accanto al nuovo colosso della catena Bulgari affidato a Niko Romito, costruito sul frutto del saccheggio del bene pubblico capitolino da parte delle istituzioni e accanto al ristorante Il vero Alfredo, il re delle fettuccine al burro?
Il turco macellaro che svoltò coprendo di foglie d'oro le bistecche ha deciso davvero di snobbare Milano, la mecca italiana consumistica modaiola spendibile a livello internazionale, per Roma, come un qualsiasi ignaro pellegrino che salga dalla bassa pensando di trovare l’Eldorado e invece trova un mucchio di difficoltà e approssimazione a sfondo grande bellezza? Anche a Roma arrivano i lingotti d'oro a forma di bistecca di Salt Bae, insomma; il problema è chi li mangerà, visti gli insulti a lui diretti dalla parte più gnòra della Città. ‘Nun te volèmo’, ‘stattene pure a Dubai’, ‘potrai anche avere ristoranti in tutto il mondo ma in Italia resti sempre un kebabbaro’, ‘non ti permettere’, seguito da un bestemmione da un lord di Roma antica, ma anche insulti provenienti da stranieri, come ‘stay away from Italy’ e ‘we don’t want your frozen wagyu’. Addirittura c’è chi interpella il grande Chef Guido Mori tra gli insulti a Salt Bae sul suo profilo Instagram: ‘Guido salvaci tu da questo abominio!’, E Guido rassicura “è roba datata, ha già avuto una esperienza fallimentare in Italia, ci pensa da solo a salvarci, sta già fallendo ovunque”. Tra questi commenti c’è anche chi scrive che gli insulti mostrano chiaramente il motivo per cui il Bel Paese è in declino e le multinazionali lo evitano. Gli italiani di successo, secondo alcuni, andrebbero all’estero a lavorare, non restando qui nel provincialismo. Altri ancora rispondono ‘preferisco una fiorentina da 90 euro a della carne di bassa qualità imbevuta nell’oro alimentare, che puoi comprare a 9.90 euro su Temu’. Ma la preveggenza vera secondo noi è racchiusa nel commento ‘si spaventerà quando dovrà pagare le tasse’. Questi sono alcuni dei saluti rivolti al re del braccino che asperge il sale sulla ciccia d’oro, che troverà al suo arrivo due città divergenti a partire dai suoi abitanti.
Roma nord sta a Roma sud come Irene Grandi millanta di stare al rock, come la Ferragni sta alla beneficienza. La Roma nordica, storicamente rassettata, benestante, silenziosa, educata almeno nella forma, con strade pulite, le sue magnolie e i suoi pini attorno agli opulenti quartieri ed isolati. I suoi figli di papy con i pantaloni stirati lunghi anche a Villa Ada nelle sere d’estate, il boccolo suadente – non ci è dato sapere perché a Roma nord gli uomini non soffrano la calvizie come a Garbatella – la camicia celeste e il mocassino sul piede nudo abbronzato, la parlata senza inflessioni dialettali, la filippina delle Signore con le dita delle mani ossute e inanellate, che porta a spasso i cani e i locali prescelti per ritrovarsi, per parlare dello chalettino a Gstaad per le vacanze. Roma sud si contrappone con le sue strade dai muri imbrattati dai disagiati che amano farsi chiamare ‘writers’, le cartacce ai lati delle vie che nessuno sogna di togliere, i bar che si atteggiano a modaioli della cosiddetta movida romana nei pressi del Porto Fluviale nella storica Ostiense, quando sono solo parrucche, gli ahò e i maddeché e gli esponenti di una cosiddetta sinistra o ciò che ne rimane espressa in calzoni corti verde militare, panza, magliettazza alla Diego Bianchi, scarpe da ginnastica e pelata d’ordinanza.
Ma Salt Bae ignora che i taxi che porteranno i turisti al suo locale molto spesso non saranno sufficienti per la mole di gente che popola la Capitale nei mesi più gremiti, che la flotta di bus a disposizione è inadeguata per pulizia e efficienza, ansimando come mantici mentre ondeggiano pericolosamente alle fermate non permettono una copertura del territorio ottimale, per non parlare delle borseggiatrici che ogni giorno sfilano gli averi a chiunque nelle metropolitane e davanti al Colosseo, nel tempo di scattare il solito selfie, davanti alla faccia di caramba, pizzardoni e poliziotti. Vero è che il centro storico, ovvero la zona a quanto pare scelta per accogliere Nusret, il suo braccino e le sue costate, è più democratica di San Paolo, Garbatella, Testaccio e il resto della roccaforte dell’orgoglio coatto. In centro, in Piazza Augusto Imperatore, da anni è stanziale un cantiere con lo scopo di restituire alla Città l’antico splendore del monumento ove sono sepolte le ceneri del succitato Padre dell’Impero e dove arse Cola di Rienzo; Salt Bae si acquatterà quindi forse nel palazzo del Morpurgo, tra l’Hotel Bulgari e ‘Il vero Alfredo’, vicino di Sorbillo?. Ma quanto durerà Salt Bae a Roma? Quanto ci metterà a chiudere baracca e burattini per mancanza di clientela e per gli affitti esorbitanti romani in confronti ai guadagni effettivi? Quando si renderà conto che il pubblico non è all’altezza di un locale che indora la pillola indorando bistecche di manzo a caro prezzo? C’è da dire che, nonostante l’allure cafona del turco venuto dal nulla – apparenza che in Italia è apprezzata, comunque – Salt Bae ha dalla sua parte il suo personaggio, uguale a nessuno. E si sa che la personalità, quando parte dall’individuo e non è scopiazzata è sempre vincente e a tal proposito Coco Chanel, altra icona irripetibile, insegna che ‘per essere insostituibili bisogna essere unici’. Noi propendiamo per l’ipotesi che, nel tempo di un battito di ciglia, i camerieri del nuovo locale, che sarà frequentato solo da danarosi turisti e disertato dai cittadini e da tutta la massa di immigrati dal meridione, cominceranno a rivolgersi ai clienti con un ignorantissimo quanto patriottico ‘che te vòi magna?'