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Siamo andati a mangiare da Lucio Corsi, al ristorante Macchiascandona, ma com'è? Tra tagliatini al ragù (i preferiti dal cantautore a Sanremo) e faraona in bianco, abbiamo scoperto il suo segreto: "È Pinocchio...". Dov'è e quanto si spende

  • di Alessandra Cantilena Alessandra Cantilena

21 febbraio 2025

Siamo andati a mangiare da Lucio Corsi, al ristorante Macchiascandona, ma com'è? Tra tagliatini al ragù (i preferiti dal cantautore a Sanremo) e faraona in bianco, abbiamo scoperto il suo segreto:  "È Pinocchio...". Dov'è e quanto si spende
Eccoci a Macchiascandona, a Castiglione della Pescaia, ristorante di famiglia di Lucio Corsi, arrivato secondo a Sanremo e che voleva essere un duro. In un fazzoletto di terra tra campagna e asfalto, a qualche chilometro dal mare, il cantautore è cresciuto mangiando la cucina della nonna e della mamma. Abbiamo assaggiato i piatti preferiti nei luoghi che hanno ispirato le sue canzoni...

di Alessandra Cantilena Alessandra Cantilena

La strada per la Maremma non è mai lunga. Per il ristorante di famiglia di Lucio Corsi, cantautore arrivato secondo al Festival di Sanremo 2025, spuntato dal nulla come un menestrello incantatore con i sacchetti di Crick Crock nel costume da giullare, abbiamo volato cullati dalla vista dei cipressi in duplice filar. A pochi chilometri da Grosseto, precisamente a Macchiascandona, frazione di Castiglione della Pescaia, è apparso il ristorante albergo dove è cresciuto il cantautore, circondato dal verde e dalla Provinciale. Percorrendo incerti lo spicchio di sterrato del parcheggio compreso tra la campagna e l’asfalto, già si respira aria casalinga e varcando l'uscio abbiamo la conferma della gestione familiare; in cucina ci sono le donne che tirano a mano la pasta all'uovo. Che bellezza, la sala semplice ma rassettata, gremita di clientela affezionata promette molto bene, così come il cestino del pane sciapo toscano sul tavolo e il carrello dei dolci nell’angolo, accanto alla credenza.

Le donne nella cucina del ristorante di famiglia di Lucio Corsi a Macchiascandona
Le donne nella cucina del ristorante di famiglia di Lucio Corsi

Un articolo di giornale appeso alla parete avverte che la specialità della casa sono i tortelli con ricotta e spinaci della nonna Milena, ma noi vogliamo conoscere la passione di Lucio e ordiniamo i tagliatini al ragù e le pappardelle al burro e salvia. Per tornare c'è sempre tempo. Nell'attesa il pensiero va ad una conterranea di Lucio, Emanuela, che ha lasciato Castiglione e casa sua per sete di conoscenza e si è trasferita a Berlino, ma la Maremma è sempre nel cuore, "insieme al silenzio, alla minestra di ceci e a Pratolini". Emanuela, che Lucio lo conosce da vicino, ne fa una istantanea poetica: "Lucio è una luce buona, delicata, colta musicalmente. Originale. È spuntato come un fiore in campagna. Tutto colorato. Ogni tanto una gioia! Più lo guardo e più assomiglia a Pinocchio di Comencini, con quel musino magro. Gli assomiglia anche nel modo di parlare. Trovo così bello che grazie a Lucio si parli di Grosseto non solo per la salsiccia di cinghiale e del Sindaco di destra dai modi ‘sopra le righe’, sono davvero contenta. Ed è bello perché Lucio è una persona gentile, colta e legata alla natura, agli alberi. Chiama il suo cane ‘sorella’. Il babbo di Lucio aveva un negozio artigianale dove faceva borse, cinture, borselli di pelle. Il negozio si chiamava Kebab ed era in via dell’Unione, di fronte alla Boutique della Bomboniera! Anche io, come mezza Grosseto, ho una cintura di pelle fatta dal suo babbo Marco. Io lo conoscevo, Marco, ha girato con la sua moto il Nord Africa, quando noi esploravamo ancora Marina di Grosseto. Comunque questa canzone la impariamo a scuola". Canta, Emanuela, la canzone della Maremma: "Sia maledetta Maremma e chi l’ama, sempre mi trema il cor quando ci vai, perché ho paura che non torni mai". E spiega: "È il nostro inno, la canta anche Gianna Nannini perché la sua mamma era di Grosseto. La Maremma era malaria, chi veniva a lavorarci si ammalava e moriva. È una canzone molto bella, amara e vera, piena di amore e dolore. Lucio é diverso".

Il ristorante di famiglia di Lucio Corsi a Macchiascandona
Il ristorante di famiglia di Lucio Corsi a Macchiascandona

E prosegue: "Ha portato gioia nella nostra voce. Hai presente la fine di Pinocchio? Quando salva il babbo ed il tonno li porta a riva? Ecco, secondo me Lucio è Pinocchio da grande, fa il cantante e ha due sorelle che abbaiano!". Intanto arrivano i tagliatini al ragù, i preferiti del cantante esile che voleva essere un duro che ormai è conosciuto da tutti. Ce li porta la mamma Nicoletta, signora schiva e timida dai tratti identici a quelli del figliolo. I tagliatini sono spessi e ruvidi, il sugo si arrotola tutto intorno che ogni forchettata fa scordare il peso dell’esistere e rinfocola la speranza di un futuro migliore. "Mi spaventa tutto questo successo. Sapevo che era bravo ma non pensavo che esplodesse così. Mi fa paura. Non ce lo aspettavamo. Lui ha mandato la canzone, come fanno tutti e poi è arrivata la risposta che era stato preso a Sanremo. Non era qui, quel giorno. Lucio ha sempre suonato da solo a casa, pianoforte e chitarra, sta sempre qui con noi, viene spesso. Solo quando deve registrare va a Milano. Ho visto il Festival, è stato molto emozionante’.

I tagliatini al ragù al ristorante di famiglia di Lucio Corsi a Macchiascandona
I tagliatini al ragù al ristorante di famiglia di Lucio Corsi a Macchiascandona

Poi chiede come si mangia a Roma, dice che c’è stata: "Sono andata a La Matriciana e dalla Sora Lella. Anche noi cerchiamo di fare tutto genuino". Ma a un certo punto torna al lavoro: "Scusate, devo andare", scomparendo tra i tavoli. Dopo i tagliatini arriva la faraona in bianco, fatta in teglia al forno con gli aromi. A Berlino Emanuela è la prima fan di Lucio, noi siamo fan anche della faraona ormai, ma c’è posto anche per il crème caramel che ci guarda attraverso il vetro della credenza, nel suo bello stampo di porcellana, sul centrino. Un pranzo così al ristorante della mamma di Lucio Corsi costa 40 euro, contando che è casalingo e abbondante, non è molto, se fosse per noi pranzeremmo qui in Maremma tutti i giorni e diamo dieci a cibo e servizio. Il ristorante ha aperto negli anni ’60, all’inizio era solo un bar, la provinciale era una strada bianca, c’era una locanda, poi hanno messo dei tavoli. La gente viene d’estate, dice il cameriere, qui vicino c’è Cala Violina, Talamone.

La faraona in bianco al ristorante di famiglia di Lucio Corsi a Macchiascandona
La faraona in bianco al ristorante di famiglia di Lucio Corsi a Macchiascandona

Mentre usciamo dal Macchiascandona pensando al ragazzo magro con il viso imbiancato cresciuto in questa località affacciata sul Tirreno divenuto famoso all’improvviso, ci tornano in mente le parole di Emanuela: "Che bello che sia arrivato secondo a Sanremo! Almeno Grosseto non verrà più menzionata soltanto per il suo sindaco 'fascista'. Se esiste un opposto a Antonfrancesco Vivarelli Colonna è proprio Lucio. Hai presente lo sceriffo di Nottingham in Robin Hood? Quello é il sindaco di Grosseto, che invita la sua amica Giorgia Meloni a mangiare il cinghiale nella sua tenuta in campagna. E invece ora c'é questo scricciolo potente. Sono così felice!". 

Il crème caramel al ristorante di famiglia di Lucio Corsi a Macchiascandona
Il crème caramel al ristorante di famiglia di Lucio Corsi a Macchiascandona
Il ristorante di famiglia di Lucio Corsi a Macchiascandona
Il ristorante di famiglia di Lucio Corsi a Macchiascandona
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