Possiamo considerare Corso di Porta Ticinese a Milano una via fancy e cool? Fino a qualche anno fa, da milanese, avrei avuto qualche dubbio. L’ho iniziata a frequentare da adolescente, perché era a due passi dal mio liceo e ogni tanto la sera capitavo al Rattazzo. Poi nel 2020, poco dopo la riapertura post primo lockdown, ha chiuso, e con lui penso sia sparita anche una parte della vera anima di Milano. Quella degli “scappati di casa”, delle persone che vogliono bere (tanto) spendendo poco, che oggi forse hanno ripiegato sul Picchio o magari neanche escono più di casa, alle prese con la frenesia della città, o dietro a compagni, mogli, mariti e, perché no, figli. Ecco, Corso di Porta Ticinese per molti è stata questo ma per altri, soprattutto negli ultimi anni, è diventata da una parte la via dove fai la passeggiata se vuoi comprare un libro senza andare in una grande libreria, ma preferisci sostenere le piccole realtà, come Verso, oppure quella dove vai se vuoi farti “due risate” e spendere dei soldi da Mr. Dick e mangiare un simpatico waffle a forma di caz*o. Ma adesso c’è un’altra opzioni, in mezzo a peni golosi, kebab, sushi, pizza e potremmo andare avanti: Maritz di Iginio Massari. Scelta interessante e curiosa quella di aprire proprio qui un corner dedicato solo ai maritozzi, dolce tipico romano decisamente godurioso.

Noi ci siamo stati, spinti dalla curiosità di assaggiare uno dei maritozzi di Iginio Massari. La pasticceria/locale si presenta con grande semplicità: piccolo, con un solo bancone e i maritozzi in bella vista (anche se è possibile acquistare, in questo periodo, anche le “imperdibili” colombe pasquali a vari gusti, vendute a partire da 49 euro al kg, me cojo*i). La vera domanda però è: come sono i maritozzi? Noi ne abbiamo acquistati due: la versione classica e intramontabile con crema pasticcera e panna e la limited edition per la festa del papà, con mousse al cioccolato bianco e caffè. Partendo da quella pensata per i papà di tutta Italia, se la pasta brioches è innegabilmente buona e ben lievitata, la farcitura non ci ha entusiasmati. Riuscire a fare una buona crema al gusto di caffè non è semplice, e Iginio Massari sembra proporre una versione non particolarmente da alta pasticceria. Le nostre papille gustative non festeggiano e non si innamorano di questa crema che, nonostante sia apparentemente ben bilanciata, ci lascia un po’ perplessi. Lodevole invece il maritozzo classico, con un pan brioches perfetto e la giusta quantità di crema pasticcera e panna che ti fanno dire: è quello giusto. Ma c’è un però, ed è il prezzo. Per due maritozzi (di dimensioni non particolarmente grandi) spendiamo in totale 13 euro. Quindi, sei euro e cinquanta a maritozzo. Un po’ troppo, no? Facendo una piccola ricerca, a Roma un maritozzo si aggira intorno ai due euro e cinquanta, cifra più che ragionevole. Va bene che siamo a Milano, va bene che siamo in Corso di Porta Ticinese, ma ha davvero senso spendere 6,50 euro per un maritozzo? Per noi è un no. Non ditelo a nessuno, ma poco più in giù si possono mangiare tra le crepe più buone di Milano spendendo molto meno. Perché ok essere fancy e portare nuove proposte nella big city, ma 6,50 euro per un maritozzo sono esagerati. E Iginio Massari potrà anche parlare di caro e costoso, una differenza che a noi sembra piuttosto sottile, ma è pur sempre vero che si parla di pan brioches con la panna, e anche se le materie prime sono ottime (non lo metteremmo mai in dubbio), a noi aver speso 13 euro per due maritozzi sembra più un’esagerazione che altro.

