Nuova puntata della rubrica curata da Roberto Alessi, giornalista e direttore del settimanale Novella 2000, che analizza per MOW le notizie e le indiscrezioni UP and DOWN che più stanno facendo discutere o che, con ogni probabilità, affolleranno siti e giornali di gossip nei prossimi giorni. Si comincia con “Il gossip è la prima forma di democrazia”. Fedeli a questo motto - da lui coniato - siamo lieti di ospitare la rubrica che Roberto Alessi, giornalista tra i più ben informati in Italia e direttore di Novella2000. Ma vediamo subito chi sono per lui gli Up e i Down della settimana. Si comincia con le previsioni sanremesi per Tony Effe e Giulia De Lellis, i tre amici inseparabili Del Vecchio, Fedez e Anyma, Alba Parietti e le indiscrezioni su un presunto matrimonio organizzato con Fabio Adami, Paolo Crepet su Belve (davvero è un programma per disperati?) ma assolve la conduttrice Francesca Fagnani e il passato di Guè …con “Torna a casa Alessi” il mondo dello spettacolo non ha segreti.
UP
Fedez, Del Vecchio, Anyma, i tre Moschettieri. Tutti per uno, uno per tutti
Se l’amore non propone emozioni positive, viste le ultime notizie, meglio puntare sull’amicizia, e Fedez in questo ha al suo fianco amici molto in sintonia con i suoi interessi. Stiamo parlando di Anyma, un artista famoso anche in America (a Las Vegas ha appena tenuto uno spettacolo fantasmagorico allo Sphere) e che già si è interessato per Fedez con Cripo alla produzione di “Sexy Shop”, la canzone che Fedez canta con Emis Killa. Non è uno che passa, Anyma, visto che è membro dei Tales of us: “Un vero maestro”, scrivono su Tv Sorrisi e Canzoni “della cosiddetta “melodic house”, un genere molto in voga capace di creare atmosfere più cupe per il tempio del divertimento, ma che esalta gli aspetti più emotivi di ciò che si racconta in modo ipnotico”. Accanto a Fedez c’è un altro amico a lui molto vicino sia nella vita sia nel lavoro, parliamo di Leonardo Maria Del Vecchio che con Fedez ha creato anche il progetto Bohem, una bibita che sarà rilanciata nel 2025 (anche Lazza vede il suo nome legato al brand), in più Leonardo è stato vicino a Fedez anche durante le vacanze di fine anno a Saint Barth dove Del Vecchio aveva accanto anche la compagna Sara Soldati ora in attesa di un bambino. Nel giro ormai li chiamano i tre Moschettieri, tutti per uno, uno per tutti.
DOWN
Samuel Peron, Milly Carlucci sbaglia a tenere gli stessi giurati
Hanno colpito molto le parole di Samuel Peron su Ballando con le stelle, certo è stato gentile parlando di Milly Carlucci, visto che nel programma ha lavorato per anni, diventando un nome conosciutissimo, talmente apprezzato dai telespettatori che ora punta a diventare conduttore televisivo e non vuole più essere solo ballerino. Certo è che da ex componente del cast, oggi proponendosi come critico dello stesso programma, starebbe sottolineando che la giuria del programma dovrebbe essere cambiata edizione per edizione, come avviene con i concorrenti. Tradotto: Milly sbaglia a tenere gli stessi giurati. Seguirà il consiglio del suo ex maestro di danza?
UP
Alessandro Michele, per il genio della moda sono giornate di grande tensione
Sono giornate di grande tensione per Alessandro Michele, lo stilista di Valentino cui è affidato il compito di rialzare le vendite della maison fondata da Valentino Garavani nel 1959. Già perché Kering, il gruppo di François-Henri Pinault (è il marito di Salma Hayek), che entro il 2028 comprerà il 100% di Valentino e che ora possiede solo il 30%, si aspetta molto da Michele. In questi giorni si fanno i calcoli: quanto abbiamo venduto con questa prima stagione di Michele? L’interrogativo non ha ancora una risposta precisa, ma si spera in un segno più. Il timore è che a differenza di Gucci, che è un marchio più che iconico nel settore degli accessori (avere una borsa di Gucci fa status), Valentino è un mito soprattutto per i vestiti: la cliente di Valentino punta a una classe assoluta. Alessandro Michele è invece un rivoluzionario, ma le rivoluzioni non sono mai piaciute alla borghesia. Però con lui Gucci si è svecchiato, piace perfino ai rapper americani (gli italiani come sempre si accodano). Con Valentino, Michele, considerato un genio, è solo all’inizio.
UP
Alba Parietti si sposa? Ma allora perché continuare a negare?
Alba Parietti e Fabio Adami formano una coppia solida già da tre anni, ma il matrimonio sembra un argomento ancora nebuloso. Lei smentisce, ma i suoi “no” sembrano piuttosto esitanti. Lui, manager di Poste Italiane, taglia corto: “Mi sono già sposato due volte, non è il caso di farlo una terza, a 56 anni”. Eppure, gli amici della coppia, quelli che vogliono loro bene, sono convinti che le nozze siano imminenti. I rumor parlano di una cerimonia intima a Ibiza, dove Alba ha una casa, e di una festa esclusiva sulla barca dell’amica Paola Ferrari. La coppia tace, ma la caccia agli inviti è già iniziata. Se non fosse vero, perché tutto questo fermento?
DOWN
Tony Effe, Giulia de Lellis attesissimi a Sanremo, ma non vogliono la villa che fu dei Ferragnez
Se a Sanremo 2020 la coppia più attesa era quella formata da Fedez e da Chiara Ferragni, per Sanremo 2025 i più attesi sono Tony effe, ormai nemico conclamato di Fedez dopo il famoso dissing, e Giulia de Lellis, con la quale Tony pare abbia raggiunto l’apice di una storia d’amore assoluta. Gli amici che lavorano con lui in più, sono pazzi di lei: una ragazza dolcissima, molto educata e che riesce a tirare fuori il meglio da Tony da un punto di vista sia umano sia artistico. Pare che i due abbiano deciso di non andare in albergo durante il Festival ma di affittare una casa per loro e per il loro gruppo di lavoro, ma sembra che abbiano specificato a chiare lettere che non vogliono assolutamente la casa che fu affittata da Fedez quando andò all'Ariston con Chiara. Ma non è finita: Giulia De Lellis, sembra sia stata scelta da Carlo Conti come opinionista al Dopofestival condotto da Alessandro Cattelan, dove commenterà i look dei cantanti in gara. E proprio attorno a questo ruolo, sarebbe nata subito la prima polemica, visto che quando Fedez partecipò al Festival in coppia con Francesca Michielin, Chiara Ferragni fu accusata di falsare la gara, perché ogni giorno, esortava i suoi 23 milioni di followers a votare per l’allora marito. Pertanto, si sta pensando di limitare la partecipazione di Giulia alla sola sera del venerdì, quella delle cover, che per regolamento non inciderà sul risultato finale della gara.
DOWN
Per Paolo Crepet chi ama Belve è un disperato allo stato puro
Per essere uno che ha da più di 20 anni, credo, rubriche settimanali su Di Piu’ e ha creato la sua grande popolarità anche grazie al direttore Sandro Mayer (e dopo di lui con Osvaldo Orlandini) direi che la sua è una dichiarazione che lascia stupiti. Il Corriere ha chiesto a Paolo Crepet, psichiatra, sociologo, saggista e opinionista, il suo pensiero sull’incredibile successo di Belve, la trasmissione ideata e condotta da Francesca Fagnani. Ha risposto: “Perché la gente è disperata. Cosa c'è di interessante? Non mi hanno mai invitato e io non ci andrei mai. La Fagnani sarà anche carina, ma è colpa di chi fa il programma che deve cercare la volta in cui sei scivolato sulla buccia di banana: disperazione allo stato puro”. Alla faccia del bicarbonato di sodio, qualcuno insinua che dietro ci possa essere dell’altro. Ma che cosa? A me Belve piace, ma se lo dice Crepet deve essere vero, così ho scoperto che sono disperato allo stato puro.
UP
Bravo Akrem Aouina, non si tratta in questo modo l’Italia: ci ha dato una vita migliore
Vale la pena di rileggere le dichiarazioni di Akrem Aouina, il pugile italo-tunisino, al giornalista del Corriere della Sera, Andrea Galli: “Abito nel quartiere Dergano, a Milano dove sto benissimo... Quanto avvenuto nella notte di Capodanno in piazza del Duomo, con alcuni miei giovanissimi connazionali e insieme a loro altri ragazzi, marocchini ed egiziani, che hanno insultato gli italiani e la polizia, che hanno lanciato altre offese, ecco, mi ha parecchio deluso. Non si tratta in questo modo una nazione che ci ha accolto e ha dato una vita migliore. Per colpa di questi maleducati, senza rispetto, la gente generalizza e pensa che siamo tutti quanti uguali. E poi quella sera sventolavano anche una bandiera tunisina... Ma, dico io, eri lì a nome tuo, con la tua faccia, non in rappresentanza dell’intero Paese... Ascolta, la bandiera la prossima volta lasciala a casa... Hanno sbagliato, profondamente sbagliato, lo ripeto, mi pare evidente che abbiano sbagliato. Ma allo stesso tempo hanno sbagliato quelli che non aspettavano altro che comportamenti di questo tipo per inondare i canali social di insulti a loro volta tipo 'tunisini di merda tornate a casa vostra' eccetera, come se noi tunisini fossimo tutti in piazza Duomo a comportarci da idioti”. Mi auguro che queste parole siano state lette da chi la notte di Capodanno in piazza del Duomo importunava pesantemente le ragazze (cosa che non avrebbero mai fatto in Nord Africa, dove i molestatori di donne non vanno mai a casa con le loro gambe, gliele spezzano) e insultava le forze dell’ordine italiane gridando “Italia, vaffancuxx” . Sono amico di molti africani, di molti islamici, e tutti sono felici di essere venuti qui in Italia, uno stato di diritto, dove si rispetta il prossimo e quando questo non succede diventa un caso di cronaca di cui si parla per settimane. Ad Akrem, il nostro grazie.
UP
Guè: “Non ho mai voluto correggere l’occhio, è il mio tratto distintivo”
Guè, nato Cosimo Fini a Milano nel giorno di Natale del 1980, è oggi uno dei rapper e produttori più apprezzati in Italia. La sua infanzia, però, non è stata facile: è stato spesso vittima di bullismo a causa della ptosi palpebrale, un difetto congenito che limita l’apertura dell’occhio. Da piccolo, i coetanei lo soprannominarono “Guercio”, un nomignolo che Guè ha trasformato in un segno di forza e identità, scegliendo di farne il cuore del suo nome d’arte. Prima di raggiungere il successo, ha lavorato in un call center. La svolta arriva con i Club Dogo, gruppo che ha segnato un’epoca nella scena rap italiana. Successivamente, Guè ha intrapreso anche una carriera solista di grande successo, consolidata con album e progetti innovativi. Il nome “Guè Pequeño” si ispira al personaggio Zè Pequeño dell’acclamato film brasiliano del 2002 City of God, ma oggi ha scelto di farsi chiamare semplicemente Guè. Non ha mai cercato di correggere il suo difetto: “È il mio tratto distintivo. Molte mamme mi scrivono su Instagram per chiedere consigli per i loro figli con lo stesso problema, e dico sempre che va bene anche così”. Guè ha trovato così nella sua unicità una forza, imparando da suo padre, noto giornalista mancato nel 2017 – che aveva un occhio di vetro – a vedere i propri tratti distintivi come qualcosa di speciale.