Mentre il tennis italiano si sofferma sui problemi all’anca di Jannik Sinner, dell’assenza dal campo di Matteo Berrettini e delle pessime condizioni in cui ha giocato Novak Djokovic agli Internazionali di Roma, c’è chi è preoccupato per la sparizione della tennista italiana Camila Giorgi, che a quanto pare ha problemi con il Fisco italiano. Lei ha smentito con una storia su Instagram, confermando però il suo ritiro dal panorama sportivo. Ma siamo sicuri che sia la prima volta che Camila abbia questo tipo di "difficoltà"? A quanto pare no, e a svelarci i retroscena, dopo che Luca Bottazzi a MOW era stato molto duro, è il giornalista Lorenzo Cazzaniga. Che cosa succede nella vita dell’atleta? E che ruolo ha suo padre?
Lorenzo, nel tennis c'è una vicenda spiacevolissima, quella di Camilla Giorgi. Lei cosa sa della tennista?
La problematica adesso è seria. Lei ha sempre avuto una storia un po' borderline. Ci si dimentica che lei già in passato ha avuto qualche problema giudiziario.
Cosa intende?
Se torniamo indietro di alcuni anni, Riccardo Bisti che è uno dei giornalisti più esperti più attenti a fare queste indagini, all'epoca ha scovato il presunto problema che la famiglia Giorgi aveva con un personaggio negli Stati Uniti, che diceva di vantare un credito economico nei loro confronti. Fino al punto di essersi rivolto alla giustizia americana. Riccardo è riuscito ad avere anche gli atti giudiziari in merito a queste accuse direttamente dalla Florida. E poi ci fu un episodio significativo al Foro Italico con Camila.
Ovvero?
Una volta in un'edizione del Foro Italico, dove tra l’altro fece bene la Giorgi, Riccardo fu praticamente aggredito dal papà di Camila, che non aveva preso bene il fatto che lui interferisse in determinate questioni. Quindi già in passato c'erano state delle avvisaglie e adesso la faccenda appare ben più grave perché c'è una richiesta importante da parte del Fisco. Quello che spaventa maggiormente è il fatto che tutta la famiglia pare essere irrintracciabile. Tra l'altro è una cifra che, visto il montepremi guadagnato in carriera dalla Camila, sulla carta dovrebbe poter onorare senza grandi fastidi. Certo che se poi si scopre che sia lei sia il padre si sono dimenticati di fare le dichiarazioni dei redditi per diversi anni, cosa che milioni di italiani invece si ricordano di fare, e poi diventano irrintracciabili, la faccenda diventa molto più pesante.
Quanto pesa il fatto che sia sparita?
Il Fisco ti dà l'opportunità di rimediare, ma se poi questo non avviene l'iter va avanti e il fatto che lei abbia scelto o comunque si sia di fatto resa irrintracciabile, e con lei la famiglia, insomma è un'evidenza e una apparente conferma di quello che è successo. È chiaramente sempre triste quando accade una cosa di questo genere. Anche se io gli sportivi li giudico per quello che fanno in campo, mi sarebbe piaciuto di più vedere Camila sull’erba di Wimbledon: poter veramente fare un risultato storico, sempre se imbroccava la settimana giusta. E adesso invece se ne parla per una faccenda molto delicata e tutt’altro che sportiva.
È vero che lei ha sempre avuto una situazione molto particolare?
Sì, lo si vedeva. Era molto difficile parlare con lei, le sue risposte erano quasi sempre dei monosillabi, aveva un atteggiamento non particolarmente comprensivo delle esigenze dei media. Aggiungiamo un aspetto non trascurabile: aveva la figura del padre che indubbiamente è stata molto ingombrante. Il loro rapporto era molto stretto, c'era un affetto clamoroso e anche una riconoscenza nei confronti di colui che l’ha aiutata ad arrivare a un livello dello sport altissimo. Ma il problema è stata la gestione di tutto questo.
Gestione tecnica?
No, non la gestione tecnica, anche se spesso veniva criticato Sergio Giorgi per il tipo di tennis che esprimeva sua figlia, ma su quello tutti possono avere la propria opinione e, fino a prova contraria, lui l'ha portata a un livello molto alto. Poi che uno ritenesse che avesse bisogno di un coach diverso, che dovesse farsi affiancare da uno di questi super coach e migliorare tatticamente, va bene. Però il problema che è emerso è che invece c'era una gestione della vita fuori dal campo di gioco apparentemente problematica. Pare, da quanto è immerso, che questo aspetto sia stato reiterato nel tempo.
La famiglia ha avuto anche dei momenti molto difficili.
Assolutamente. A Camila è morta la sorella, il papà si è dovuto spostare dall'Argentina all'Italia e non è sempre facile. Ma queste non sono giustificazioni sufficienti: tanti hanno perso dei cari e sono andati avanti nella loro vita senza dover commettere un presunto reato, perché poi c'è sempre la presunzione di innocenza. Poi c’è lei che improvvisamente compare un po' su Instagram dove dice che “sono tutte notizie false” e annuncia che si è ritirata, ma qui stiamo parlando anche di quella che appare una fuga. Non sono rintracciabili, la Guardia di Finanza non è riuscita neanche a rintracciare al suo domicilio ormai da mesi e il tutto senza che ci sia una denuncia di scomparsa. Quindi è vero che c'è la presunzione di innocenza, è doverosa, però a breve dovrà dare delle risposte e non tanto a noi, ma purtroppo per lei alla guardia di finanza che certo non dimentica. È sorprendente come, se davvero il suo atteggiamento sia stato reiterato negli anni, Camila abbia sempre pensato che non la sarebbe mai accaduto nulla. Prima o poi è inevitabile che emerga la verità, a maggior ragione se parliamo di cifre veramente importanti.
Oggi la tennista inseguita dalla Agenzia delle Entrate risulta nullatenente: non ha partecipazioni azionarie, non ha immobili intestati, non ha nemmeno dichiarazioni dei redditi presentate nonostante i premi della sua attività tennistica, calcolati in oltre 6 milioni di euro. Come è possibile?
Non so dove lei avesse la residenza fiscale e dove siano stati accreditati in questi anni i sei milioni di euro lordi, ma sicuramente sono tutte operazioni tracciate e credo che il Fisco stia appurando la questione. Generalmente non è una cosa che accade nel mondo del tennis perché ci sono agenzie di management specializzate anche nella gestione dei patrimoni, che fanno in modo di ottimizzare quelle che sono le entrate di un giocatore, spesso molto cospicue. Ma ci si avvale di professionisti del settore che sanno consigliare perfettamente qual è la strada da perseguire. Credo che nel caso di Camila questo non sia accaduto: i suoi legali hanno detto che lei chiarirà, per cui vedremo a che conclusione si arriverà.
Sinner era stato criticato per la residenza a Monte Carlo e per il fatto di non pagare le tasse in Italia. Trova corrette quelle critiche?
È stato molto criticato anche da certi colleghi, ma io non ci vedo niente di male, perché non avere la residenza a Monte Carlo? Ma se fossi stato in Sinner avrei detto altro: “Sono a Monte Carlo, perché è un paese tranquillo, in cui ci sono tanti giocatori professionisti, ci si può allenare benissimo e pago molte meno tasse”, questo in modo del tutto legale. Ma è ovvio che prenda la residenza a Monte Carlo, come i francesi la prendono in Svizzera. Questo perché hanno dei vantaggi fiscali reali e legali del tutto comprensibili. Jannik vive a Monte Carlo quando non è in giro per tornei; quindi, la sua non è nemmeno una residenza fiscale di comodo. Uno sarà libero di scegliere dove vivere nella propria vita? Poi che uno scelga il posto in base alla percentuale di tasse è una sua scelta del tutto legittima. Se c'è la possibilità reale e legale di pagare meno tasse non vedo perché no.