La decisione di Jannik Sinner di accettare una squalifica di tre mesi per il caso Clostebol ha scatenato reazioni forti e contrastanti nel mondo del tennis. Tra chi lo difende (come Canè su MOW) e chi solleva dubbi, il caso continua a far discutere. Sandro Donati, storico allenatore e simbolo della lotta al doping, difende la scelta di Sinner: “La Wada era in imbarazzo, perché per la stessa sostanza altri atleti sono stati squalificati per anni. Hanno trovato un accordo per evitare guai peggiori. Jannik ha difeso la sua posizione perché ai fini del doping era irrilevante”. Donati sottolinea anche le pressioni internazionali sulla Wada, dal ritiro dei fondi Usa alle critiche di Martina Navratilova. Anche la Ptpa di Novak Djokovic ha preso posizione con una nota ufficiale durissima: “Il sistema non è un sistema, è un club. Ci sono trattamenti su misura, mancanza di trasparenza e di coerenza. È ora di cambiare e lo faremo”. Tra i sostenitori di Sinner, anche Paolo Bertolucci e Adriano Panatta, che vedono la squalifica come la soluzione meno dannosa: “Scelta pragmatica e intelligente: potrà salvare Roma e i tre Slam. Tornerà più forte di prima”, ha detto Bertolucci. Panatta aggiunge: “La Wada ha voluto imporsi, ma Sinner non c'entrava nulla. Ora si allenerà e tornerà pronto”.
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Dal fronte internazionale, c’è chi la pensa diversamente. Liam Broady lancia una frecciata: “Non sapevo che si potesse negoziare una squalifica per doping. Torna giusto in tempo per il Roland Garros, no?”. Tim Henman rincara la dose: “Conveniente fermarsi tra uno Slam e l'altro, questa decisione lascia l’amaro in bocca”. Più duro di tutti Eugeny Kafelnikov, che attacca: “Se fossi ancora un giocatore, mi rifiuterei di scendere in campo contro di lui. La Wada è un’organizzazione sporca, se ti accordi con loro è perché sai di essere colpevole". Stan Wawrinka taglia corto: “Non credo più nello sport pulito”. Dall’altro lato, Feliciano López difende l'italiano: "È chiaro che non ha cercato vantaggi. Ha accettato la responsabilità per errori di altri. Una squalifica più lunga avrebbe reso il tennis più pulito? Non penso". Infine, Nick Kyrgios alimenta il dibattito (tanto per cambiare): “Sinner non perde titoli, soldi né punti. La giustizia nel tennis non esiste. Faremo una diretta per parlarne: rimanete sintonizzati”. In Italia, il sindaco di Sesto Pusteria, Thomas Summerer, ha espresso vicinanza a Sinner: “Qui siamo tutti con lui, lo aspettiamo a Roma più forte di prima”. Anche il presidente della Fitp Angelo Binaghi ha parlato di “vergognosa ingiustizia che, paradossalmente, ci rende felici perché Jannik può finalmente lasciarsi l’incubo alle spalle”.Sinner si ferma fino al 4 maggio, tornerà in campo agli Internazionali d'Italia. Ma il dibattito sulla sua squalifica è tutt’altro che chiuso.
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