La faccia è stravolta. Non tanto per i segni che porta e le asimmetrie che sono rimaste dopo gli interventi chirurgici a cui ha dovuto sottoporsi e che scompariranno solo tra qualche tempo. Danilo Petrucci è stravolto nello sguardo, che sembra quello di uno che per un giorno non è riuscito a amare tutto ciò che ama. Ciò per cui ha messo a rischio pure la sua vita.
“Una sensazione così non l’avevo mai provata, mi da fastidio tutto” – ha detto proprio a MOW appena dopo il passaggio obbligato in sala stampa, in cui aveva raccontato la sua giornata terribile. “Sono innervosito – ha spiegato ancora – perché quando ho provato con la moto normale mi sembrava tutto ok. Ma, forse, il punto è che la moto normale frena normale e accelera normale. Non so nemmeno se riesco a spiegarmi, perché mi fa male tutto e ogni cosa adesso mi infastidisce, persino il suono delle moto che stanno girando. Mi chiedo perché ca**o lo faccio, ma lo faccio! Voglio farlo. Te l'avevo detto anche qualche settimana fa che volevo esserci a Misano (qui il link). E per ora sto qui. Poi vedrò andando avanti stasera o domani come mi sentirò e se sarà il caso o meno di continuare qui a Misano. La verità è che voglio esserci, perché è il GP di casa”.
E’ come se riflettesse a alta voce. Mentre con la mano continua a toccarsi la cicatrice che ha sul mento e quella che ha sulla spalla. Alternativamente. Quasi a ricordare a se stesso che fare l’eroe non serve, ma pure che un pilota è nato per correre. “Anni fa una cosa del genere m’era successa in Francia – ha raccontato nel media scrum con i giornalisti italiani – Ero voluto tornare prima del tempo e mi sono rotto di nuovo la mano andando in moto. Qui, però, è diverso, perché da un punto di vista osseo tutto tiene bene, ma la situazione infiammatoria generale è pesante. Nel turno di questa mattina non ho preso antidolorifici e non stavo malissimo, ma ho cominciato a soffrire tanto man mano che i minuti andavano avanti. Oggi pomeriggio ho fatto solo l’ultimo quarto d’ora di prove e il dolore è tanto. Però vorrei esserci”. Se lo ripete come un mantra. Continuamente. E continuamente lascia intravedere che dentro c’è un combattimento: il ragazzo che rimetterebbe su un paio di pantaloncini normali per tornare a casa e il pilota che, invece, non vuole saperne di togliersi la tuta e vuole correre a ogni costo.
“Il punto – ha proseguito – è che qualsiasi cosa faccio rischio di sbagliare. Perché sono consapevole che devo evitare di cadere e quindi guido rigido, ma sono consapevole pure che fare tempi di due secondi più alti rispetto ai primi non ha senso. In questo momento non mi sento neanche abbastanza lucido per analizzare bene la situazione o parlare dei normali argomenti di cui si parla nei venerdì di prove. Non è un venerdì normale. Adesso proverò a riposare. Questo fine settimana devo viverlo così: minuto per minuto e vedere come va”