C’è un prima e un dopo nei rapporti tra Novak Djokovic e Jannik Sinner. Un episodio che ha segnato una svolta, incrinando il rapporto tra i due e dando il via a una rivalità sempre più accesa. La rivelazione arriva da Marco Panichi, ex preparatore atletico di Djokovic e oggi parte dello staff di Sinner, che ha svelato a SuperTennis un retroscena pesante sulla semifinale di Coppa Davis 2023. In quell’occasione, a Malaga, Italia e Serbia si giocavano un posto in finale. Di fronte, proprio loro: Sinner contro Djokovic. Ma quel match non fu una partita qualsiasi. Il numero uno del mondo, già in ascesa, annullò tre match point consecutivi a Djokovic prima di ribaltare la partita e vincere in tre set. Ma il colpo più duro per il serbo arrivò poco dopo. Neanche il tempo di assorbire la sconfitta in singolare, che Sinner lo eliminò nuovamente nel doppio, giocato in coppia con Lorenzo Sonego contro Djokovic e Kecmanovic. Italia in finale, Serbia a casa, Djokovic furioso. Una doppia batosta che avrebbe avuto ripercussioni ben oltre quel torneo: “Credo che dal punto di vista mentale la partita in Coppa Davis sia stata pagata un po’ di più da Nole”, ha spiegato Panichi.

“Era una partita importantissima, un match in cui si giocava qualcosa di davvero grande. Quando hai match point e perdi in quel modo, non è mai facile da digerire”. La Coppa Davis 2023 è stata solo l’inizio. Da quel momento, Sinner ha continuato a battere Djokovic, ribaltando le gerarchie del tennis mondiale. E quando, nel 2024, l’azzurro ha spodestato il serbo dal primo posto del ranking, il rapporto tra i due si è ulteriormente incrinato. Le prime crepe sono diventate una spaccatura evidente con il caso Clostebol. Djokovic, infatti, ha più volte sollevato dubbi sul trattamento ricevuto da Sinner, insinuando che la sua squalifica di tre mesi fosse stata una sorta di favore rispetto ad altri casi di doping. “Le regole dovrebbero essere uguali per tutti, non possiamo chiudere un occhio su alcune situazioni e su altre no”, aveva detto Djokovic, lasciando intendere che la gestione del caso Sinner fosse stata troppo morbida.

“Non sto dicendo che lui abbia fatto qualcosa di sbagliato, ma il modo in cui certe cose vengono gestite mi lascia qualche perplessità”. Parole pesanti, che hanno fatto discutere e che per molti nascondono un'antipatia mai nascosta verso Sinner, nata più sul campo che fuori. Panichi ha spiegato che Djokovic “ha sempre rispettato Sinner come giocatore, ma da quella partita in Coppa Davis qualcosa è cambiato. Jannik ha dimostrato di poter competere al suo livello e lo ha fatto con un atteggiamento che non ha mai vacillato, neanche nei momenti difficili. Questo ha sorpreso Djokovic”, ha detto Panichi. “Quella vittoria ha dato a Jannik una fiducia enorme, mentre per Nole è stato un colpo difficile da digerire. Forse, anche per questo, oggi lo guarda con occhi diversi”. Da quel giorno, il serbo non ha più avuto lo stesso atteggiamento nei confronti dell’italiano. Le dichiarazioni pubbliche, la tensione in campo, i dubbi sulla Wada: il legame tra Djokovic e Sinner è sempre più teso. Semplice rivalità sportiva o un’antipatia ormai radicata? Una cosa è certa: dopo quella notte di Malaga, Djokovic non ha più guardato Sinner con gli stessi occhi, ma sicuramente Jannik se ne farà una ragione.