La partita tra Jannik Sinner e Matteo Berrettini è stato uno spettacolo tennistico Made in Italy. Jannik non ha vinto facilmente e ha sofferto il dritto e il servizio del connazionale, che sembra essere finalmente tornato in forma. In un momento in cui il calcio italiano con gli europei non ci sta dando soddistazione, è il tennis la vera alternativa? Lo abbiamo chiesto a Luca Bottazzi, che non solo ha analizzato i punti clou del match giocato sul campo centrale di Wimbledon, ma ha anche affrontato il tema tennis-calcio. Quale dei due sport domina in quanto a spettacolo? E, al di là della deluzione per la nazionale azzurra, sono giuste le critiche nei confronti di Luciano Spalletti? O lui è solo, come al solito, il capro espiatorio? E come giudica la vittoria di Fabio Fognini e le sue ultime dichiarazioni, in cui ha detto che “il tennis è un mondo falso ed egoista, in giro ci sono tanti pappagalli, un Fabio Fognini in Italia con questa mano deve ancora nascere”? E allora gli altri italiani come Lorenzo Musetti o lo stesso Jannik? Dell'altoatesino, però, non si parla solo per i suoi risultati sul campo, ma anche per le decisioni che prende la sua fidanzata, Anna Kalinskaya, tennista di nazionalità russa, che ha deciso di non prendere parte alle Olimpiadi di Parigi proprio perché la bandiera della Russia non verrà esposta. Che polemiche sta generando questa deicisione? Poi ci ha detto la sua in merito alla decisione di Novak Djokovic di giocare il torneo a pochissima distanza dalla recente operazione al ginocchio.
È tornato Berrettini dopo la prestazione a Wimbledon contro Sinner?
Che Berrettini sia Berrettini sull'erba è scontato, però non è il finalista. Quando lui era al massimo, aveva vinto il Queens, aveva vinto i tornei sull'erba e poi fatto la finale a Wimbledon. Quindi non è ancora quel Berrettini, però si è visto un bel gioco in questa partita. La continuità però è altro, perché al torneo prima ha perso da Giron. Al torneo prima ancora, invece ha giocato la finale, quindi sull'erba ha fatto un po' di punti. Adesso giocherà altri tornei sulla terra, in altitudine, un po' come quello di Marrakesh. Anzi, ancora più alti, per cui può fare ancora bene. Che sia un giocatore in ripresa e che è tornato nel circuito, questo è evidente. Ma che torni il Berrettini di una volta, il numero 6 del mondo, è molto difficile.
Però che ha messo in difficoltà Sinner con il suo dritto. Tant'è che Sinner lo cercava sul rovescio.
Questo è evidente. Berrettini diventa pericoloso di dritto perché dopo il servizio l'altro non può che rimettere la palla in gioco. Se invece deve giocare il dritto in corsa è tutto un altro film. Quando lui serve è come se tirasse dei calci di rigore con il dritto. Perché la palla gli torna in mezzo a una velocità medio-bassa e lui può violentare la palla. Quando serve l'altro, che lo muove sulla riga di base, deve giocare il dritto in un'altra circostanza, cioè il dritto in corsa, per cui non è più così letale. Lui in corsa è un giocatore, da fermo vale molto di più.
Quasi 30 aces, non sono pochi.
30 aces sono tanti, più gli aces “sporchi”, ovvero quando l'altro sbaglia la risposta, che sono un’altra parte importante. Più tutte le palle in cui l'altro risponde come può, la butta di là con difficoltà e lui con il dritto ti uccide.
Abbiamo visto comunque uno spettacolo italiano.
Straordinario. È un manifesto per lo sport italiano. E forse a questi livelli è difficile trovarne uno. C’è Jacobs a Tokyo, o Tamberi, ma uno scontro così bello non c’è mai stato sul centrale di Wimbledon. Perché il centrale di Wimbledon non è il centrale del tennis, è il centrale dello sport mondiale. Nel calcio, quando ci sono i mondiali o la Champions League, cambia lo stadio di volta in volta per la finale, mentre Wimbledon tutti gli anni è quello. E poi non ha un nome. Non si chiama San Siro o Olimpico. Si chiama Central Court.
Come hai visto Sinner sull'erba?
Proprio a voi ho detto a inizio anno che secondo me il torneo che avrebbe vinto era Wimbledon. Questo prima che vincesse l'Us Open. Salute permettendo, se arriva in forma ed è in forma, vince. L'ho visto benissimo. Anche perché comunque ha battuto Berrettini vincendo tre tie-break. Prendi Medvedev che ha fatto una fatica pazzesca per battere Müller. Müller non è Berrettini sull'erba.
Ma Djokovic può essere pericoloso? Torna a giocare a Wimbledon dopo due settimane dall'intervento.
È il segnale che lui è un campione che ha un mestiere rispetto agli altri cento volte superiore. Perché sta in piedi di passaporto e di mestiere. Però è difficile che possa pensare di poter andare avanti e giocare dei match importanti e poter reggere. Parliamoci chiaro, se gli fosse toccato Berrettini, al secondo turno al 90% sarebbe andato a casa. Ora dipende dal tabellone che ha.
Anna Kalinskaya ha deciso di non giocare le Olimpiadi di Parigi perché non ci sarebbe la loro bandiera. Cosa ne pensi?
Bisogna vederla dal punto di vista di un russo. Noi non possiamo fare una narrazione sempre dal nostro punto di vista. Per cui per loro il fatto di non giocare con la bandiera non esiste e lo posso capire. Per il mondo del tennis questo sarà oggetto di manipolazione, perché alcuni diranno che così non si fa, mentre qualcun'altro dirà che lei patriotticamente ha rifiutato questa imposizione. Perché poi le Olimpiadi sono un evento che gestisce il mondo occidentale.
Il tennis sta superando il calcio in quanto a spettacolo, secondo te?
In senso generale, il calcio e il tennis sono lontani parenti perché entrambi appartengono ai giochi sportivi e ai giochi sportivi di palla. Non sono sport puri, come l'atletica leggera. Quando giochi a tennis o a calcio, corri e salti, ma non è che ti misurano. I giochi sportivi e i giochi di palla sono notoriamente più coinvolgenti nella pratica, non nello spettacolo. I 100 metri sono uno spettacolo pazzesco, ma quanta li guarda? Pochissima. Mentre quanta gente gioca a calcio o a tennis? Il tennis, tra gli sport individuali, è il più praticato al mondo. Poi è il più democratico di tutti, perché giocano tanti uomini e tante donne. E in più è l'unico sport a grande diffusione dove uomini e donne possono giocare insieme e contro, addirittura a livello professionistico, il doppio misto. Non c'è nessuno sport che ha un'attrattiva così.
Cosa vuoi dire?
Il tennis, dal punto di vista sociale, è il re dei giochi. Un manifesto meraviglioso di questi giochi era già presenti nelle corti rinascimentali, poi è diventato universalmente riconosciuto come Real Tennis, ma il vero tennis esiste da secoli. Oggi guadagnano tutti tantissimo, forse dovrebbero sapere e ricordare chi sono stati i pionieri, i gladiatori eroici con la racchetta in mano che gli consentono di avere certi benefici. Ieri è stata una partita meravigliosa. La finale di Wimbledon tra Federer e Djokovic è rimasta mitica, ma vogliamo dire che Real Madrid-Manchester City nei quarti di finale di Champions League è stata brutta? No, è stata una partita spettacolare, un manifesto meraviglioso per il calcio. Che poi il calcio italiano, sia in questa crisi, è normale.
In crisi per?
Tutti vogliono speculare, vendere un prodotto che non esiste. Vogliono far passare un prodotto di basso profilo per un prodotto eccezionale. Le squadre sono piene di stranieri, e questa è solo una questione di mercato e di portafoglio. Chi parla di formazione dei giovani e tenta di riportare con i piedi a terra i valori dello sport viene preso per matto, perché contano i diritti televisivi, la pubblicità, e tutte queste cazzate mostruose. Alla fine, il prodotto non lo fa più nessuno. La nazionale di Spalletti mi ha deluso moltissimo, ma non perché abbia perso. Nello sport bisogna accettare di saper perdere se l'altro è più bravo, ma se tu non ti opponi all'avversario, se non sei in grado di sviluppare una minima azione di gioco che possa essere vagamente accostata al gioco del calcio, allora è normale che finisca così. Qui non è una questione di aver perso, qui è una nazione in cui il calcio è una religione, giocano tutti e non siamo in grado di mettere in campo 11 giocatori che sappiano coralmente sviluppare un gioco. Ma stiamo scherzando?
Ma chi critica Luciano Spalletti e ne chiede le dimissioni non è eccessivo?
Nel calcio purtroppo è sempre stato così. È chiaro che Spalletti ha scelto dei giocatori, ha scelto il modulo, ma lui è il parafulmine, il responsabile, la sintesi della crisi. Peccato che la crisi non è Spalletti, la crisi è il movimento del calcio italiano. Non ci sono più grandi giocatori, nonostante qualcuno di un certo livello ci sia. Ma il calcio poi è un gioco corale, non è il tennis, non è uno sport singolo. Per cui prendersela con Spalletti è ridicolo.
Tornando al tennis, c'è stato un ottimo ritorno, quello di Fabio Fognini.
Fognini a fine carriera gioca senza pesi sul cuore e addirittura cosa fa? Si illumina sull'erba, che è la superficie che non ha mai digerito. L'erba è una superficie molto raffinata e quindi i giocatori colgono, quando sono più maturi, le opportunità di esprimere la loro arte su quella superficie. Questo in passato non avveniva perché l'80% dei tornei era sull'erba, e mi riferisco a prima degli anni 70.
Fognini ha dichiarato che “il tennis è un mondo falso ed egoista, in giro ci sono tanti pappagalli, un Fabio Fognini in Italia con questa mano deve ancora nascere”. Che vuol dire?
Che cazzate! Intanto questa dichiarazione è la sagra dell'ovvio. L'ipocrisia è la forza gravitazionale del mondo di oggi, in tutti gli ambiti, non solo nel tennis e nello sport. Ma come si fa a dire che un Fabio Fognini con questa mano deve ancora nascere? Musetti non ha la mano? Sinner non ha la mano? Cosa vuol dire la mano? Mi fanno ridere queste semplificazioni. Il tennista ha mano, il chirurgo ha mano, lo chef ha mano, il calciatore ha piede. Per mano si intende che Fognini ha un timing sulla palla straordinario che esprime con una scioltezza e una destrezza naturale che fa apparire il gioco agli occhi inesperti del pubblico facile, quando invece è difficile. Ma il talento di Fognini non è la mano, mi spiace.
E quale, allora, il suo talento?
Anche quando dorme, Fognini arriva su ogni palla con un rapporto funzionale per poterla trattare a tutte le velocità, con tutte le traiettorie, tutti gli angoli. Questo è il talento di Fognini. La sua vera dote non è la mano ma è il tempismo, perché lui ha la capacità di previsione della palla. Tant'è che arriva sempre sulla palla. Mentre dove ha sempre difettato è nei piani di gioco. Adesso che è più maturo tendenzialmente sbaglia meno a produrre strategie, però ovviamente non ha più il fisico, la fisicità e la forza di una volta.
Chi sarà, oltre a Sinner la sorpresa di Wimbledon?
Beh, Sinner, perché vince Wimbledon.