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Calcio, quello del 2026 sarà il Mondiale dei ricchi? Ecco quanto sono aumentati i prezzi dei biglietti rispetto al Qatar. E le commissioni sulle rivendite nelle tasche della Fifa…

  • di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

  • Foto: Ansa

8 ottobre 2025

Calcio, quello del 2026 sarà il Mondiale dei ricchi? Ecco quanto sono aumentati i prezzi dei biglietti rispetto al Qatar. E le commissioni sulle rivendite nelle tasche della Fifa…
Che calcio è, quello contemporaneo? Un gioco al rialzo su tutti i fronti, dai tesseramenti dei calciatori ai prezzi dei biglietti per lo stadio. Esempio lampante di questa tendenza al lusso sono i listini per i tagliandi dei prossimi Mondiali in Usa, Canada e Messico del 2026. I costi salgono, sia per le partite dei gironi che per la finale. Ecco la differenza rispetto al Qatar. E le commissioni che la Fifa si intasca?

Foto: Ansa

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

C’è un termometro sempre valido per controllare la salute di uno sport: i prezzi dei biglietti. Una salute che non migliora con la crescita dei costi. Le cifre che le persone sono disposte a spendere per assistere a un evento non per forza determina un beneficio in termini assoluti. Un po’ come succede nelle proteste di piazza: i costi diventano insostenibili e fasce di popolazione si uniscono per contestare e chiedere soluzioni. Per il calcio, salvo qualche eccezione, ancora la gente rinuncia a scendere in strada. Ma il caro vita - o meglio: la scioltezza con cui nel Nord America si fanno i listini - si fa sentire anche nello sport. Sono state diffuse le fasce di prezzo per i biglietti dei prossimi Mondiali americani. Come sempre, ci sono quattro categorie, dalla 4, più economica, alla 1, la più costosa. Per la finale che si è giocata nel 2022 in Qatar tra Argentina e Francia la fascia di prezzo più accessibile offriva un biglietto a 176 euro. La stessa categoria, per la finale che si giocherà il 16 luglio 2026 al New Jersey Stadium di New York, il costo è circa dieci volte maggiore: 1.746 euro. Per gli altri tipi di tagliando non va meglio: 518 euro nel 2022 contro i 2.392 della manifestazione americana per la categoria 3; 860 contro 3.610 (categoria 2); 1.378 contro 5.771 (categoria 1). L’estate appena passata, sempre negli Usa, era andata in scena la prima edizione del Mondiale per Club. La poca affluenza aveva costretto all’abbattimento dei prezzi. Il football si trasferirà di nuovo, tra un anno, nella terra del soccer e vedremo se la partecipazione sarà maggiore. “Make stadiums full again”, potrebbe dire The Donald per spingere l’evento. La questioni terminologiche, però, non sono le uniche che emergono: servono più soldi per andare allo stadio. Molti di più. Come mai prima, a dire il vero.

Donald Trump con Gianni Infantino
Il presidente Donald Trump con Gianni Infantino (Fifa) Ansa

Anche la Fifa ha intenzioni serie per la manifestazione mondiale. Le sue commissioni, infatti, arrivano al 15% sia sul ricavo del venditore dei tagliandi, sia sull’acquisto dell’utente. In pratica, spiega CalcioFinanza, ogni 100 dollari di rivendita nelle casse Fifa ne entrano 30. Va ricordato che aggiudicarsi un biglietto è possibile solo tramite lotteria: coloro che vengono estratti di procedere alla fase di acquisto, anche questa a scatola chiusa. Infatti, gli acquirenti non sapranno in anticipo per quale partita sono stati sorteggiati. L’aumento dei costi riguarda chiaramente tutte le partite, non solo la finale: già per assistere a una partita della fase ai gironi potrebbero servire 400 dollari. La Fifa aveva comunque fatto sapere che in una prima fase di vendita sarebbero stati resi disponibili anche biglietti a soli 60 euro. Pochissimi e in zone sfavorevoli, come riporta anche Fanpage. Una bandierina, insomma, che nasconde malamente la crescita generale delle spese. Dove sta andando il calcio moderno? La direzione diventa sempre più chiara. Stadi che diventano teatri, spalti che si riempiono di turisti e si svuotano di veri tifosi. Famiglie che fanno fatica a permettersi una giornata di calcio. Sta diventando un lusso. Il calcio è di tutti, dicono i claim pubblicitari prima delle partite. Ma è davvero così?

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