Ora la classifica si è finalmente aggiornata e Jannik Sinner è (anche sulla carta) il numero uno. Il Roland Garros, però, lo ha vinto Carlos Alcaraz (il numero due del ranking), che ha battuto in semifinale proprio l’altoatesino. Impossibile dunque evitare la domanda: chi dei due è più forte? Paolo Bertolucci ha provato a dare una risposta: “Certamente il tennis ha spesso vissuto la crescita impetuosa di campioni partiti da lontano, ma al momento non si scorgono ancora all’orizzonte protagonisti che possano scalfire la supremazia di due ragazzi che vennero considerati predestinati fin dalle prime apparizioni su un campo da tennis”. Jannik e Carlos più di tutti, quindi, anche di Holger Rune e Daniil Medvedev, gli unici che possono pensare di infastidirli, secondo Bertolucci. Quanto al confronto, invece: “Dal punto di vista tecnico, ho sempre detto che grazie alla maggior varietà di soluzioni Alcaraz può raggiungere picchi qualitativi ineguagliabili dagli altri, ma Sinner dalla sua ha la continuità e la solidità”. Prosegue, poi, sulle pagine della Gazzetta dello sport: “Lo spagnolo, per usare un paragone ciclistico, è un uomo da classiche, mentre l’azzurro è sicuramente più adatto alle corse a tappe e dunque potrà rimanere ai vertici più a lungo”. Una rivalità che è comunque appena cominciata e che di certo si ripeterà in altri appuntamenti e finali Slam. Probabilmente, come nel match appena concluso, i punti a dividerli saranno pochissimi: “Come hanno dimostrato tutte le loro sfide, si tratta di due giocatori che si muovono sul filo di un sottilissimo equilibrio, con partite decise da pochi punti, in grado di sovvertire le sorti di un confronto da un set all’altro”.
Un punto su cui Alcaraz sembra ancora superiore a Sinner è certamente la resistenza atletica nei match più lunghi: “Lo dicono i numeri: Jannik ha perso otto partite al quinto set in carriera e ne ha vinte sei, mentre il record di Alcaraz è di undici vittorie e una sola sconfitta; inoltre il nostro giocatore ha perso tutte le partite andate oltre le quattro ore”. Ma il nuovo numero uno ha ben chiaro il tema e sta già lavorando di conseguenza. I margini di crescita sono enormi e “Jannik nelle prossime uscite non si farà certo trovare impreparato, conoscendo dove intervenire”. Fondamentale, conclude Bertolucci, la coesistenza dei due fenomeni, capaci di spingersi l’un l’altro a un livello superiore. Questa è “la garanzia che ci troviamo di fronte a due fenomeni destinati a scrivere pagine di storia”. Un ex tennista, Mats Wilander, però, ha parlato del meccanismo calcola le posizioni nel ranking. E su questo punto ha raffreddato ogni entusiasmo: “Essere il numero uno è solo una questione di computer”. Poi, nell’intervista a L’Equipe, l’attacco diretto a Sinner: “Con la fine dei Big 3 (Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic, ndr) Carlos Alcaraz è una manna dal cielo per il nostro sport”, aggiungendo poi che, a differenza di Jannik, lo spagnolo “sorride in campo! È un ambasciatore perfetto”. Servirà una grande prestazione dell’azzurro a Wimbledon per smentire anche Wilander?