Adriano Panatta è apparso irritato. Non tanto per la sconfitta di Lorenzo Musetti contro Carlos Alcaraz nella semifinale degli Internazionali d’Italia, quanto per l’atteggiamento mostrato in campo dal tennista azzurro. “Ti dico la verità, ci sono rimasto male e sono molto deluso dal suo comportamento. Mi è sembrato di essere tornato a un anno fa: ogni punto era un lamento”, ha detto a Paolo Bertolucci, che noi abbiamo intervistato, durante il podcast La Telefonata. Panatta riconosce le condizioni complicate del Centrale, il vento, la terra rossa negli occhi, ma ricorda che c’erano anche per Alcaraz. “Lui non si è mai lamentato. Al massimo ha fatto un mugugno”. Per Musetti, invece, ogni punto diventava un pretesto per parlare, per protestare, per cercare alibi. “Che ogni volta si debba stare lì a sentire i suoi discorsi contorti, e che pizza! Lorenzo era convinto di batterlo, soprattutto dopo Montecarlo. Poi ha sbagliato due palle e ha iniziato la sua battaglia contro tutto: il vento, la terra, le condizioni. Ma Alcaraz non stava giocando bene, e invece di approfittarne si è perso”.

Poi la stoccata: “Non è una scusante. Per come gioca, Musetti vale la Top 5. Ma l’atteggiamento non è da Top 5. Io, se fossi il suo allenatore, impazzirei. Parla a ogni punto. Ma come si fa?”. Il confronto con Alcaraz, in questo senso, è impietoso. “In conferenza ha detto: ‘L’importante era vincere anche con una gara sporca’. Ecco la differenza tra chi ha vinto quattro Slam e chi zero. Non si può sempre dare spettacolo. A volte bisogna solo portare a casa il match. E Musetti, questo, ancora non lo fa. Secondo me può arrivarci, ma deve muoversi”. E qui arriva l’intreccio strano. Perché a fine match, proprio Musetti sembra dimenticare Sinner, il suo compagno di squadra, il connazionale, il numero uno al mondo, e tesse un elogio senza riserve proprio verso Alcaraz, suo avversario di giornata ma anche rivale diretto di Jannik. “Credo che Carlos sia un altro fenomeno che viene criticato tanto, anche abbastanza inutilmente. In realtà c’è poco da criticare, basta vedere i suoi numeri. Ha pochi punti deboli, forse il servizio non è devastante, ma è sempre aggressivo e ha momenti in cui fa un game ingiocabile. Ho grande stima di Carlos. Al momento, sulla terra, lo vedo favorito su tutti. Anche su Sinner? Sì. Al Roland Garros, sui cinque set, per me è favorito lui”.

Una dichiarazione che suona quasi come una stoccata. Mentre Panatta spende parole di protezione per Sinner, Musetti sembra accodarsi al partito opposto, spingendo Alcaraz e ridimensionando, indirettamente, l’azzurro. In un momento in cui il tennis italiano dovrebbe compattarsi attorno al suo numero uno, Lorenzo si sbilancia verso lo spagnolo. E la risposta, anche qui, arriva proprio da Carlitos. La favola della “bromance” con Sinner è ormai chiusa. Una volta c’erano gli allenamenti condivisi ad Alicante, le foto all’Accademia Equelite, i sorrisi di rito. Ma durante i tre mesi in cui Jannik è stato fuori, nessuno squillo. Nessun messaggio. “Mi ha stupito che alcuni non si siano fatti sentire”, aveva detto Sinner. E ora è ufficiale: tra quegli “alcuni” c’è anche Alcaraz. “Se mi sono sentito con Sinner nei tre mesi fuori? No. Alla fine, ognuno guarda a sé stesso. Non ho parlato con lui durante la squalifica. Abbiamo un buon rapporto, ma non siamo così vicini. Non posso avere un’amicizia stretta con qualcuno che voglio battere. Siamo rivali. Sono contento che sia tornato in campo e stia bene. Posso capire che sia un po’ amareggiato, ma è così”, ha dichiarato Carlitos ai giornalisti spagnoli. Panatta difende Sinner, striglia Musetti, riconosce Alcaraz. Musetti, invece, elogia il rivale del suo connazionale. Sinner incassa e si prepara alla sua partita più importante. Il campo, ancora una volta, dirà tutto. Ma qualcosa, intorno, si è incrinato.