Nel giorno delle conferenze stampa ufficiali a Wimbledon, a parlare non è stato soltanto Jannik Sinner. Davanti ai giornalisti, è tornato anche Novak Djokovic, sette volte campione sull’erba dell’All England Club. E tra una domanda sulle sue condizioni fisiche e una previsione sul torneo, è arrivato anche il tema dello staff tecnico dell’attuale numero uno del mondo: il recente addio di Sinner a Marco Panichi e Uli Badio. Un tema che sorprende anche Djokovic. “È stata una sorpresa per me”, ha detto. “Penso che il suo gioco e il suo fisico siano migliorati molto nell’ultimo anno”. Il riferimento è proprio al lavoro svolto con il preparatore atletico italiano e il fisioterapista argentino, figure che lo stesso serbo conosce bene: “Ho lavorato con Marco e Uli, penso che siano grandi professionisti, hanno contribuito a tanti dei miei successi”. In un primo momento, Djokovic è cauto. Sottolinea che “ognuno di noi è differente” e che la scelta delle persone giuste nello staff è sempre soggettiva: “Abbiamo tutti differenze fisiche e mentali, e modi diversi di lavorare. Alcuni preferiscono figure più flessibili, altri cercano persone perfettamente allineate al proprio stile”.

Ma poi, senza entrare nei dettagli, apre anche a un’altra possibilità: “Non so le ragioni della separazione con Jannik, ma i cambiamenti possono avvenire anche per motivi non necessariamente professionali. A volte ci sono dinamiche personali, più private, che portano a decidere di non lavorare più con qualcuno”. No, non c’è molto un’adesione alla versione ufficiale. Il tono è rispettoso, ma qualcosa non torna. Dal canto suo, Sinner ha scelto di liquidare la questione dicendo che “non è accaduto nulla di eclatante. Era una cosa già decisa da tempo. Finora mi sono sempre trovato bene con loro e abbiamo fatto grandi cose, ma ho voluto fare qualcosa di differente”. La decisione, ha spiegato, è arrivata dopo la sconfitta contro Bublik a Halle. “Ora sono curioso di sapere cosa accadrà a Londra nelle prossime due settimane. Credo che ci siano momenti in cui si deve fare qualcosa di diverso. Ma la finale al Roland Garros resta un grande obiettivo raggiunto”. L’addio allo staff storico, quindi, resta senza una motivazione chiara. Djokovic lo definisce un passaggio “sorprendente”, Sinner, invece, preferisce chiudere il capitolo senza polemiche.