Va bene, questo campionato in vetta è molto incerto. Il Napoli è avanti a tutte dopo un grande mercato e la conferma di Antonio Conte in panchina. L’Inter e la Juventus inseguono: i nerazzurri hanno vinto in Champions League ma non hanno risolto tutti i loro problemi; i bianconeri, invece, hanno pareggiato col Borussia Dortmund e sono a punteggio pineo in Serie A. Il Milan di Massimiliano Allegri deve aggiustare un po’ di cose, soprattutto in attacco. Poi la vera incognita: farà bene la Roma di Gian Piero Gasperini? Ecco, queste si giocheranno le prime posizioni, con altre squadre come l’Atalanta, la Lazio, la Fiorentina e il Bologna. C’è una piccola, però, che sta costruendo un progetto importante e a lungo termine, fatto di giovani e altri che invece riguardano la storia di una città e di un’isola. Il Cagliari di Fabio Pisacane è partito come mai prima aveva fatto da quando è presidente Giulini: 4 punti in tre partite, guadagnati contro Fiorentina, con cui ha pareggiato in casa, e Parma, battuta all'Unipol Domus. L’unica sconfitta è arrivata contro il Napoli, che ha segnato solo al novantacinquesimo con Frank Anguissa. L’anno scorso il Cagliari con Davide Nicola in panchina si è salvato alla penultima giornata, dopo una stagione sofferta ma non drammatica, vissuta sempre lì in zona retrocessione. Da quelle parti ci sono abituati. Forse, però, quest’anno il campionato potrà svolgersi in maniera più tranquilla. Sempre nel lato destro della classifica, ma con meno ansia. L'inizio fa ben sperare.

La squadra
La formazione titolare non è giovanissima - contro il Parma l’età media dell’undici di partenza era di oltre 26 anni - e salvo qualche eccezione, come Marco Palestra (2 presenze e una da titolare per il classe 2005) e Matteo Prati (classe 2003, sempre titolare in questo inizio), l’ossatura della squadra è fatta da giocatori esperti. Partiamo dalla difesa: Yerry Mina, capitano, difensore vecchio stile, uno di quelli che mette le mani chissà dove sugli angoli, che provoca e sa quando fare fallo. E segna: sono già due i gol nelle prime tre di Serie A. Per anni è stato titolare della Nazionale colombiana, in carriera qualche incertezza l’ha sempre fatta vedere. Difficile vedere una sua stagione senza qualche errore grossolano. Il carisma, però, compensa gli svarioni. Al suo fianco c’è Sebastiano Luperto, ormai anche lui esperto e affidabile. Tornando ancora indietro, va ricordata la presenza in porta di Gianluca Caprile, che per ora è rimasto ma in futuro lo vedremo sicuramente in squadre con una classifica e ambizioni diverse, e infatti si parla già dell’interesse di Milan e Inter. A centrocampo è stato preso Michael Folorunsho in prestito dal Napoli. Forse ci si aspettava un’evoluzione diversa, magari anche prospettive di Nazionale, ma Folorunsho resta un giocatore che a Cagliari e in Serie A di metà classifica ci può stare alla grande. Altro punto fisso di queste prime battute di stagione è Michel Adopo, 25enne preso dall’Atalanta: anche su di lui punterà tanto Pisacane. Ma è l’attacco il reparto in cui il Cagliari sembra aver diverse carte da giocare (in attesa del ritorno di Zito Luvumbo dall’infortunio). Nella vittoria contro il Parma il tridente era composto da Gianluca Gaetano, Andrea Belotti e Sebastiano Esposito. Quest’ultimo è il grande acquisto dell’estate per i sardi. Era voluto da tante squadre, sembrava destinato al Parma; invece se l’è aggiudicato il Cagliari per 4 milioni (oltre il 40% sulla futura rivendita) dall’Inter. Lo scorso anno è riuscito ad arrivare in doppia cifra pur giocando in un Empoli che a tratti è stato difficile da commentare offensivamente. Giovane, non giovanissimo, a 23 anni è arrivato quel momento: Sebastiano Esposito deve decidere chi vuole diventare. L’esperienza ce la mette Belotti, in cerca di rilancio dopo stagioni in cui è passato inosservato, mentre la fantasia è quella di Gaetano, cresciuto al Napoli e ora con la “dieci” dei sardi sulle spalle.

Il mister Pisacane
Dai Quartieri Spagnoli alla Sardegna. Per Pisacane il Cagliari è anche una questione di cuore: è con quella maglia che ha fatto il suo esordio in Serie A, a 30 anni. Non va tutto bene in quella partita: è lui a causare il rigore per l’Atalanta con un fallo sul Papu Gomez. Ma poco importa. Da piccolo, a 14 anni, ha dovuto superare un come e la paralisi dovuti alla sindrome di Guillain-Barré, poi tutta la risalita dalle serie minori fino alla massima soddisfazione. Sempre a Cagliari è stato allenatore della primavera e quest’anno il presidente Giulini ha deciso di dargli la responsabilità più importante: “Con la scelta di Pisacane abbiamo accelerato quello che era il percorso di crescita fatto con il settore giovanile. Lui conosce molto bene il nostro sistema di lavoro, conosce la città, il Cagliari e i ragazzi che abbiamo. Speriamo di poter fare con lui uno step importante, sappiamo che ci sono dei rischi e la cosa più importante resta difendere la categoria per tutta la Sardegna”, ha detto proprio il presidente in un’intervista al sito Centotrentuno.

La società
Giulini negli anni ha venduto bene: Nicolò Barella all’Inter per 37 più bonus sei anni fa, Roberto Piccoli alla Fiorentina per 25 più bonus quest’anno. Al posto del secondo è arrivato Esposito. L'idea del presidente è quella di potenziare l'attuale impianto oppure costruire un nuovo stadio, anche in vista di Euro 2032, quando in Sardegna potrebbero giocarsi alcune partite del torneo Nel cda della società dallo 2024 siede di nuovo Nicola Riva, figlio di Gigi: fedelissimo di Giulini, uomo immagine, ponte tra la storia del Cagliari e il presente. Con Paolo Maldini al Milan abbiamo visto quanto figure come queste contino nell’economia di un club. È fondamentale dare riferimenti ai giocatori e ai tifosi. Tutti sanno che quel cognome, Riva, è garanzia di impegno e attenzione all’ambiente, al rispetto dei valori e del passato del Cagliari. L'esperienza c'è anche dal lato della direzione tecnica: il direttore sportivo è Guido Angelozzi, lunghissima carriera in tutte le categorie, dalla C alla A. Era dirigente a Sassuolo quando gli emiliani conquistarano la prima qualificazione della loro storia ai preliminari di Europa League.

Non c’è solo la lotta scudetto, in questa Serie A. Ci sono tante squadre che hanno puntato sui giovani e su progetti a lungo termine, come il Como; altre che si vogliono riconfermare o migliorarsi, si vedano Bologna e Fiorentina. Altre, invece, guardano ancora più lontano. A Cagliari, in questo periodo, si sta bene
