Due hanno impressionato e uno guida una Honda ( e quindi è giustificato). Si può riassumere così, con una discreta dose di sarcasmo, la tre giorni di test a Sepang dei tre debuttanti della MotoGP, con Fermin Aldeguer e Ai Ogura che sono riusciti a andare forte da subito e Somkiat Chantra che ha fatto un po’ più fatica ma s’è comunque difeso. Cosa significano nella realtà i temponi strappati dallo spagnolo della Ducati e dal giapponese di Aprilia abbiamo già detto e approfondito, mentre la curiosità oggi è un’altra: ma come si sta dopo aver passato per la prima volta nella vita tre giorni sopra un missile terra terra della MotoGP?
Sì, perché sia Aldeguer che Chantra c’hanno tenuto, nei media scrum post test, a raccontare che se l’entusiasmo è alle stelle, il fisico ne ha invece risentito e non poco. Il confronto con le Moto2 a cui erano abituati non è neanche minimamente proponibile, così come è impossibile pure un paragone n termini di sensazioni in sella. “E’ impressionante quanto si riesca a frenare tardi con queste moto – ha ad esempio detto Aldeguer – e è altrettanto impressionante la sensazione di perdita di velocità quando si aziona il freno. Per non parlare della velocità”. Qualcosa di molto simile l’ha ribadito anche il rookie di casa Honda, Somkiat Chantra: “La cose più difficili a cui abituarsi sono la velocità e il punto di frenata, perché con i freni in carbonio cambia tutto rispetto alla Moto2. Inoltre, la velocità in curva è molto più elevata. Poi c'è il cambio che è diverso e le linee che fai nell'angolo di inclinazione sono diverse, infatti rispetto a Nakagami piego ancora molto meno. La MotoGP è un razzo, una superpotenza, sono stupito”.
Stupito e pure un po’ dolorante. “Quando correvo in Moto2 mi faceva male la schiena – ha raccontato - ma ora mi fanno molto male le spalle e non vedo l’ora di riposarmi, devo ricaricare le batterie". Per Fermin Aldeguer, invece, il “dolore del giorno dopo” è un altro e fa pure un po’ sorridere: “Ho lavorato tanto per prendere confidenza con il freno a pollice che è sulla mia Desmosedici e adesso ho un dito massacrato. Sì, mi fa male il pollice. Però mi sono anche divertito da matti e sono soddisfatto, siamo andati forte senza stare a pensare troppo al time attack, visto che non è questo il momento e che il lavoro da fare per me era un altro”.
E il terzo rookie? Al terzo rookie, Ai Ogura, invece, probabilmente fanno male le corde vocali, visto che non ha detto niente. Ma, battute a parte, la verità è un’altra: Ogura ha fatto parlare i fatti e in perfetto stile giapponese non è stato a commentare troppo. Questione di carattere e probabilmente anche di cultura e radici, anche se lo “stare zitto zitto” non è bastato a non dare nell’occhio. Sì, perché Ogura e la sua Aprilia RS-GP del Team Trackhouse sono stati la vera sorpresa di questa tre giorni a Sepang. Subito velocissimo e in linea con i tempi dei migliori, subito a suo agio e con una guida pulitissima e allo stesso tempo spettacolare. Bisognerà capire, ora, quanto è stato farina del sacco del campione del mondo della Moto2 e quanto, invece, della nuova RS-GP sfornata da Noale per tentare l’assalto al grande sogno insieme ai più esperti Jorge Martin e Marco Bezzecchi.