Angela Carini ha conquistato il suo ottavo titolo nazionale ai Campionati italiani Elite di Seregno, tornando a brillare dopo mesi di polemiche seguite al suo controverso ritiro alle Olimpiadi di Parigi 2024 contro l’algerina Imane Khelif. Una vittoria che, se per l’azzurra è stata una rivincita personale, per altri riapre ferite e dibattiti mai sopiti.
Carini si è imposta nella categoria dei 63 kg, battendo Daniela Golino con un verdetto non unanime. "Questo è il mio ottavo titolo, in cinque categorie diverse. Sono orgogliosa di me stessa, questa è stata la mia rivincita", ha dichiarato dopo il trionfo. Per l’azzurra, il successo non è solo sportivo: "Ora sono anche un tecnico, trasmettere la mia esperienza mi rende felice e orgogliosa".
La ferita di Parigi e il caso Khelif
Ma è il caso alle Olimpiadi di Parigi a far discutere. Carini si ritirò dopo soli 46 secondi contro Imane Khelif, dichiarando che il colpo ricevuto era "il più potente mai subito" e sospettando la frattura del naso. Khelif, già squalificata ai Mondiali 2023 per il mancato superamento di un test di genere, fu ammessa ai Giochi dal Cio, che gestisce l’evento olimpico, e non dall’Iba, che governa il pugilato mondiale.
L’ex numero uno del tennis mondiale Navratilova all’attacco
Martina Navratilova, ex numero uno del tennis mondiale e storica paladina dello sport femminile, non ha mai smesso di criticare la decisione di permettere a Khelif di competere nella categoria femminile: "Carini è stata derubata. Imane non avrebbe mai dovuto gareggiare come donna", ha scritto su X, rilanciando la vittoria della Carini e definendo l’intera vicenda "una farsa".
Navratilova non è nuova a prese di posizione contro il coinvolgimento di atleti transgender o coinvolti in dispute di genere nello sport femminile. "Questo riguarda chiunque al Cio abbia permesso che accadesse. Spero che ne siate fieri", aveva twittato in agosto, accusando il Comitato Olimpico di tradire lo spirito dello sport femminile.
Una medaglia che continua a far discutere
Imane Khelif, che non si è mai identificata come atleta transgender, ha conquistato l’oro olimpico, ma le polemiche sulla sua partecipazione continuano a pesare. Anche Chris Evert, amica di Navratilova, ha criticato duramente la sua presenza ai Giochi.
Mentre Carini festeggia il suo successo e si dedica al suo nuovo ruolo di tecnico, resta una domanda: il pugilato e, più in generale, lo sport femminile possono trovare un equilibrio tra inclusione e parità senza tradire le loro fondamenta? Un dibattito aperto, dove ogni colpo – dentro e fuori dal ring – lascia il segno.