Da oggi Alex Vittur è ufficialmente il manager unico di Jannik Sinner, un ruolo che in realtà ricopre da tempo dietro le quinte. Primo a credere in lui, primo a segnalarlo a Massimo Sartori quando era solo un tredicenne che ancora sognava lo sci, primo a convincere i genitori che il tennis fosse la strada giusta. E oggi, dopo quasi un decennio, è lui a prendere in mano completamente la gestione del giocatore che, nel frattempo, è diventato il numero uno del mondo. Con l’uscita di scena di Lawrence Frankopan, storico agente e Ceo di StarWing Sports, Sinner affida il suo futuro a una figura di fiducia, quasi un fratello maggiore, che ha sempre avuto voce nelle sue scelte. Un cambio che apre una domanda fondamentale: ora che il potere decisionale è tutto in casa, ci sarà una strategia diversa nella gestione dell’immagine di Sinner? Fino a oggi, la scalata del campione azzurro è stata accompagnata da un’intensa esposizione pubblicitaria. Tra pasta, gelati, caffè, auto e telefonia, Sinner è ovunque, con uno stile comunicativo che ha puntato molto sul fascino dell’understatement. Ma ora, da numero uno del mondo, questo approccio è ancora il più efficace? O forse è arrivato il momento di selezionare meglio?

Negli ultimi anni, la sua popolarità è esplosa e con essa le partnership commerciali. Se da un lato gli hanno permesso di costruire un brand forte e riconoscibile, dall’altro c’è chi inizia a chiedersi se questa sovraesposizione pubblicitaria sia ancora coerente con l’immagine di un dominatore del circuito. Campioni come Roger Federer o Novak Djokovic, una volta raggiunta la vetta, hanno scelto una maggiore selettività, puntando su pochi marchi di prestigio e valorizzando la loro esclusività. Con Vittur al comando, il punto interrogativo è proprio questo: Sinner continuerà a prestare il volto a qualsiasi campagna pubblicitaria gli venga proposta o inizierà a calibrare le sue apparizioni, costruendo un’immagine più mirata, più essenziale, più da numero uno? Vittur, oltre a essere il suo manager, è un imprenditore di successo e fa parte del consorzio che gestisce le funivie di Plan de Corones. È abituato a fare scelte strategiche, a costruire percorsi di lungo periodo. Già in passato è stato individuato come l’uomo dietro la rottura con Riccardo Piatti, una decisione che ha segnato la svolta della carriera di Sinner, portandolo al duo Vagnozzi-Cahill.

Ora, con il pieno controllo della gestione dell’atleta, potrebbe essere lui a spingere per un’immagine più raffinata, più esclusiva, più in linea con l’élite dello sport mondiale. E chissà che nei prossimi mesi non vedremo un Sinner più focalizzato sul tennis e meno impegnato a promuovere caffè e gelati. Sul campo, il numero uno azzurro continua a riscrivere i record. Ha appena superato Andy Murray per settimane in vetta alla classifica Atp ed è proiettato sempre più in alto. La sua assenza forzata da Miami, Monte-Carlo e Madrid tiene tutti con il fiato sospeso, ma il ritorno a Roma sarà il momento della verità. Con Zverev e Alcaraz alle calcagna, Sinner dovrà tornare al massimo per difendere il suo primato. Intanto, il circuito vede l’ascesa di Jack Draper, entrato per la prima volta in Top 10 dopo il trionfo su Holger Rune a Indian Wells, e la crescita di giovani come Arthur Fils e Joao Fonseca, pronti a scalare le classifiche. La stagione entra nel vivo, e per Sinner si apre un nuovo capitolo, sul campo e fuori. Con Alex Vittur al comando, il futuro potrebbe portare non solo più trofei, ma anche un’immagine più selezionata, più essenziale, più da leader assoluto.