Jannik Sinner è numero uno al mondo ma, come al solito, in Italia, le polemiche non si placano, anzi, con il successo aumentano e danno adito alle teorie più assurde. Tra chi ancora lo critica per le tasse non pagate in Italia, chi, come Nicola Pietrangeli ha detto che sarebbe stato meglio se Sinner avesse battuto direttamente sul campo Novak Djokovic e chi, come Giancarlo Dotto, non lo considera italiano. Ma oggi a parlare è una colonna portante del tennis: l'ex fenomeno John McEnroe, che decide di esprimersi prima della semifinale del Roland Garros che vede Sinner contro Carlos Alcaraz. Che cosa ha detto l’ex campione? Ha affidato le sue parole al Corriere della Sera e subito si è chiesto se Sinner riesca a non farsi rovinare dal nostro bel Paese e dalle sue continue critiche: “L’Italia è un Paese che conosco bene. Ci ho giocato, ho fatto concerti, il mio storico manager, Sergio Palmieri, è romano. Gli italiani sono passionali ed emotivi come me, mentre Jannik è serio e compassato. Diventare n.1 da voi è un ruolo potenzialmente dirompente, ne avete avuto un assaggio con Matteo Berrettini finalista a Wimbledon. Con quale generosità Sinner avrà voglia di donarsi a un Paese affamato? Lui ripete che è concentrato solo sui miglioramenti. Sono curioso di scoprirlo”.
Non è il primo che lo accosta alla figura di Berrettini. Chi per motivi di puro gossip, per via della relazione dell’alto atesino cin Anna Kalinaska che temono lo possa distrarre. Chi, invece, per l’infortunio, che a Berrettini è costato un lungo periodo di stop e che lo stesso Luca Bottazzi ha definito “decisivo. Berrettini oramai è la controfigura di sé stesso”. McEnroe prosegue anche chiedendosi quanto a lungo Sinner possa mantenere questi ritmi e, soprattutto, il posto in vetta: “Una posizione non facile da reggere, in effetti. Gli occhi sempre addosso, la pressione, tutti che ti tirano per la giacchetta. Dove si riposa in Italia, di solito, Sinner? Lo sa che dovrà andare in giro scortato? È un tipo silenzioso e riservato, a cui piace viaggiare sotto i radar: andrà a sbattere contro l’entusiasmo italiano. Io gli auguro di divertirsi nel ruolo di leader, di concedersi qualche spazio di manovra sennò il numero uno rischia di schiacciarlo”. Forse arrivare al successo nel nostro Paese è così complesso? O forse ci è arrivato troppo presto? Chissà se l’ex fenomeno sarà in grado di consigliare al meglio colui che ora è un vero orgoglio nazionale.