Sinner è il numero uno al mondo, è un orgoglio italiano, colui che sta riportando il tennis in auge. Ma da quando è scoppiato il caso del doping, per cui Jannik è stato trovato positivo al Clostebol agli Indian Wells, le critiche non sono mancate. Tra innocentisti e colpevolisti, le opinioni non si sono certo sprecate. Ma a parlare del caso, questa volta, è il diretto interessato: “Era difficile, non mi potevo aprire con nessuno. Periodo delicato. All’inizio non sapevo come comportarmi, non sapevo cosa uscisse, non avevo il controllo. Ero consapevole di non aver fatto niente, così mi sono rasserenato. Ciò che dirà il giudice io non lo posso controllare. La parte più brutta è quando è uscita la notizia, ovvero prima di un grande Slam. Abbiamo deciso di non allenarci per evitare il casino. Avevo sempre le telecamere addosso e mi son fatto tante domande. Era difficile preparare uno Slam così. Però mi ha aiutato a capire chi davvero mi stesse vicino e ho separato queste due faccende. Ci sono giocatori che non pensavo fossero amici mentre pensavo che altri lo fossero e invece non lo sono”. Ma cosa lo ha aiutato davvero nell'attraversare un periodo che lui è riuscito a gestire comunque nel migliore dei modi possibili? “La forza mentale”
È questo in cui crede Sinner: “Le partite si vincono con la testa. Tutti giocano bene a tennis, ma la differenza la fanno i dettagli. Ho vinto tante partite con la forza mentale. Per la prossima stagione, voglio fare uno step sul lato fisico e provare a fare più partite possibili. Nella mia testa so che posso vincere dei tornei grandi. Ho vinto due Slam quest’anno e vediamo il prossimo. Ho avuto un momento difficile di non giocare le Olimpiadi, c’è ancora la Coppa Davis in ballo. Speriamo di fare un’ottima stagione con tante vittorie. Sarà difficile fare meglio, ma vedremo”. Ma se le cose non si dovessero mettere bene e se il Tas di Losanna, in seguito al ricorso della Wada decidesse di condannarlo (come su MOW ha previsto Daniele Bracciali), Sinner ha una strategia? Sì, e la sta mettendo in atto proprio ora: è in testa alla classifica Atp con 11.920 punti, ovvero 4.800 più Carlos Alcaraz, che si posiziona come secondo, per cui quello che deve fare è tentare di accumulare più punti possibili facendo in modo che il divario diventi sempre più ampio. Ora dovrà fare il pieno nelle settimane che precedono la sentenza del Tas. C’è il Parigi-Bercy, l’ultimo Master 1000 della stagione, ci sono le Nitto Atp Finals, poi gli Australian Open e Rotterdam.