Indian Wells senza Jannik Sinner avrebbe dovuto essere un torneo epocale, un evento che facesse percepire il peso dell’assenza del numero uno del mondo. E invece, il suo nome è stato appena sussurrato. Il primo Masters 1000 del 2025 si è avviato alla conclusione senza che il forfait dell’italiano venisse vissuto come un colpo per lo spettacolo. Ma siamo sicuri che non sia mancato affatto? Nel frattempo, il tennis italiano però ne risente: nessun azzurro agli ottavi di finale nel tabellone maschile, un risultato che non si vedeva dal 2019. Matteo Arnaldi, Matteo Berrettini, Lorenzo Musetti e Lorenzo Sonego hanno salutato il torneo troppo presto, con prestazioni poco convincenti e senza quella continuità che Sinner ha dimostrato di avere in ogni torneo importante. Senza di lui, l’Italia si è riscoperta fragile, con le stesse incertezze del passato, senza nessuno a tenere alto il livello.

E mentre gli italiani facevano le valigie, Patrick McEnroe ha voluto minimizzare il peso dell’assenza di Sinner: “Alcaraz è il giocatore di tennis più popolare al momento. Non è il numero uno, ma è un’attrazione e la gente vuole vederlo”, ha dichiarato a Tennis 365, lasciando intendere che l’italiano, per quanto forte, non abbia ancora un vero appeal globale. “Sinner è un grande giocatore e vincerà moltissimo, ma al momento non ha la stessa attrattiva di Alcaraz, che è il giocatore più popolare nel tennis in questo momento. Non è il numero uno del mondo, ma è un'attrazione e la gente vuole vederlo”. Se in passato il forfait di Federer, Nadal o Djokovic avrebbe mandato in crisi organizzatori e sponsor, quello di Sinner sembra non aver avuto lo stesso impatto. Sempre Tennis 365 ha rincarato la dose: “Se Federer avesse saltato Indian Wells nel suo periodo migliore, sarebbe stato un duro colpo per gli ascolti televisivi e per gli sponsor. Sinner non ha ancora quello status”.

Eppure, c’è un paradosso evidente. Se Sinner è così poco rilevante, perché senza di lui il livello del torneo è sceso e nessuno degli avversari ne ha approfittato? Perché il numero due Alexander Zverev ha collezionato un altro flop, uscendo di scena prematuramente, e la parte alta del tabellone, quella che avrebbe dovuto essere presidiata dall’italiano, si è riempita di outsider come Arthur Fils, Tallon Griekspoor, Holger Rune e Daniil Medvedev, tutti a caccia di un titolo che improvvisamente sembrava più abbordabile? Anche Patrick Mouratoglou ha analizzato il fenomeno: “L’assenza di Jannik Sinner rimescola le carte. Con lui fuori gioco, il panorama Atp cambia e la porta per i titoli più importanti è più aperta. Ma chi ha la forza mentale per varcarla?”. Un quesito rimasto senza risposta, perché se questa era l’occasione perfetta per i rivali, nessuno ha davvero saputo sfruttarla.
La verità è che Indian Wells ha perso in qualità, e il tennis italiano si è riscoperto vulnerabile. McEnroe ha ragione: Sinner non ha ancora lo status di Federer, Nadal o Djokovic. Ma i fatti dimostrano che, senza di lui, il torneo si è rivelato più debole e meno competitivo. Se questa è la dimostrazione che Sinner “non manca al tennis”, qualcuno dovrà rivedere i suoi parametri di giudizio.