Si potrebbe pensare che il campione del mondo della MotoGP, dopo aver scritto la storia riportando un team satellite sul tetto del pianeta a 23 anni di distanza dall'ultima volta, abbia piena facoltà di dimenticare il telefonino in una cassaforte e rendersi irreperibile per almeno due mesi. Invece il periodo post trionfo di Jorge Martín si riflette sulle pagine di un'agenda fitta di eventi, alcuni dei quali - ci immaginiamo - decisamente graditi al numero 89: sgasare con la Panigale V4 allo stadio Metropolitano a pochi minuti dal fischio d'inizio di una partita della squadra del cuore (l'Atletico Madrid), oppure tuffarsi nel bagno di folla della città natale - San Sebastian de los Reyes - prima di affacciarsi al balconcino del sindaco e salutare tutti come un eroe che rientra in patria. Altri meno: del tour mediatico di una settimana tra emittenti radiofoniche e televisive spagnole Jorge avrebbe probabilmente fatto a meno, così come forse si sarebbe risparmiato la partecipazione alla serata Ducati in Festa di Bologna, tra vecchi compagni di squadra che tra qualche giorno - quando il 2025 schioccherà e Martinator sarà a tutti gli effetti un pilota Aprilia - saranno solamente rivali.
L'ultimo impegno istituzionale, in ordine di tempo, è stata la notte dei FIM Awards, cerimonia di premiazione tenutasi a Palma di Maiorca, dove la presenza del nuovo numero 1 è stata fortemente richiesta. In quell'occasione - prima di prendersi davvero qualche giorno di vacanza sugli sci, tra i Pirenei di Andorra e le Alpi della Savoia - Jorge si è guardato per un attimo alle spalle, raccontando come stia metabolizzando la sua più grande impresa sportiva fin qui ottenuta: "Sicuramente molto. Il 2023 è stato un anno bello, ma anche difficile per me, soprattutto a livello mentale. Ho visto un margine su cui potevo lavorare e ho iniziato a farlo immediatamente, a gennaio di quest’anno" - ha svelato, facendo riferimento al percorso di mental coaching intrapreso di recente e di cui abbiamo approfonditamente parlato qui. Poi è stata la volta di parlare del grande avversario degli ultimi anni, quel Pecco Bagnaia con cui Martín condivide un itinerario di crescita speculare, cominciato nei campionati junior e proseguito in maniera parallela nel Motomondiale, dove (ai tempi della Moto3) sono stati anche compagni di squadra: "Quando eravamo in Aspar non mi sarei mai aspettato che noi due saremmo stati i ‘dominatori’ di questi anni. Spero che sia così per molti altri, anche se per ora sono felice”.
Infine la considerazione più interessante è stata espressa in merito a Marc Marquez, proprio quando a Jorge hanno domandato se sfidare il 93 ad armi pari (quindi con la stessa versione di Desmosedici) sarebbe stata un'eventualità apprezzata. "Per me già quest'anno ci siamo sfidati ad armi pari" - ha risposto di sopresa il campione del mondo in carica, prima di precisare: "La GP24 era un po’ diversa. Ci sono stati alcuni momenti in cui è andata meglio della GP23, ma altri in cii è andata peggio. Io ho fatto le mie sfide con Pecco e Marc, ora forse ce ne saranno di nuove".