Alla corte di coach Gregg Popovich e dei San Antonio Spurs quest’anno è arrivato Victor Wembanyama. Scelto dalla squadra texana della Nba con la prima scelta assoluta nel Draft 2023, il fenomeno francese è uno di quei giocatori che passano poche volte nella storia di uno sport. Un “generational player” come dicono gli americani. Wembanyama ha 19 anni e non è solo alto 2,24 metri: possiede un arsenale offensivo enorme e un buon tiro da tre punti, oltre a una mobilità che uno della sua stazza non aveva mai mostrato. Tutto con degli incommensurabili margini di miglioramento. Prima dell’arrivo in America, Wembanyama giocava in Francia, nei Metropolitans 92, dove è rimasto solo per una stagione prima del salto oltreoceano. Da tempo, a dire la verità, si parla di lui come di un giocatore rivoluzionario. Stephen Curry, il più grande tiratore della storia, lo ha definito come il personaggio di un videogioco. Ma il campione dei Golden State Warriors è solo uno delle tante stelle della Nba che hanno elogiato Wembanyama. Il figlio di Shaquille O’Neal, Shareef, ha detto “Papà mi ha detto che il più alto contro cui ha giocato”. E se lo dice Shaq… Un corpo del genere così agile e con così tante opzioni di gioco è davvero qualcosa di unico. Adesso che l’Nba è ricominciata (ieri c’è stata la prima di regular season tra Denver Nuggets e Los Angeles Lakers, con la vittoria dei primi) vale la pena analizzare nel dettaglio il percorso di Wembanyama.
Gli inizi in Francia
Nasce a Le Chesnay nel 2004 e inizialmente voleva giocare a calcio come portiere. Per fortuna, qualcuno si accorse (ma non fu difficile, crediamo) che con quell’altezza sarebbe stato meglio il basket. A soli 10 anni entra nella squadra giovanile del Nanterre 92, dove rimane fino al suo esordio, nel 2019, con la squadra under-21. “Ho esaminato molti dei prospetti in Europa, ma nessuno è paragonabile come il sedicenne Victor Wembanyama”, aveva detto nel 2020 Mike Schmitz, giornalista Espn esperto di giovani europei da arruolare in Nba. Il debutto in prima squadra non tarda ad arrivare, anche se dovrà aspettare fino al 2021 per la definitiva esplosione. Firma un contratto di tre anni con l’Asvel e, prima ancora dell’inizio della stagione regolare, un altro ex Spurs, Tony Parker disse di lui: “È il giocatore francese con più potenziale degli ultimi vent’anni”. Poi nel 2022 passa ai Metropolitans 92, dove si conferma uno dei più forti del campionato francese: 21.6 punti, 10.4 rimbalzi and 3.1 stoppate di media a partita. Tradotto: miglior marcatore, miglior rimbalzista e miglior stoppatore della lega. A neanche 19 anni…
Cosa pensano di lui le All-Star della Nba
Bastò poco per la grande chiamata. Forse poche volte nella storia della pallacanestro americana la prima scelta assoluta di un Draft è stata così scontata: se lo aggiudicano i San Antonio Spurs del leggendario coach Gregg Popovich, pluricampione Nba e tra le figure cestistiche più rispettate a livello mondiale. È il primo francese della storia a essere scelto al numero uno e il secondo europeo dopo il nostro Andrea Bargnani nel 2006. La carriera dell’italiano non andò benissimo, mentre gli inizi di Wembanyama sono “molto promettenti”, per usare un aggettivo che sa quasi di eufemismo. Di lui hanno già parlato le più grandi star della lega: LeBron James, sua maestà, non c’è andato cauto con le parole definendolo “un alieno”. In più ha aggiunto che “nessuno ha mai visto nessuno così alto eppure così fluido ed elegante nei movimenti”. Ma il re non è l’unico ad averlo elogiato. Kevin Durant, forse il più grande attaccante in circolazione, ne ha esaltato la personalità: “Quando gli hanno chiesto se si paragonasse a qualcuno, ha risposto: ‘Prendendo da un solo giocatore farei un danno a me stesso, perciò prendo da tutti’. È una frase profonda, mi ha reso un suo tifoso”. Poi anche gli Mvp Giannis Antetokounmpo e Steph Curry non si sono nascosti: pochi dubbi, la rivoluzione chiamata Wembanyama è arrivata negli Stati Uniti.
La preseason con gli Spurs
Agli elogi, però, seguono sempre le critiche: “Sopravvalutato”, “non può reggere lo scontro fisico”, “crollerà psicologicamente”. Dubbi legittimi, senza dubbio, ma che talvolta si sono spinti fino alla negazione della realtà. Wembanyama ha risposto sul campo: movimenti clamorosi, giocate di classe, una fisicità incontenibile, tutto fuori scala, a 2,24 metri di altezza. Negli occhi abbiamo ancora le immagini di quelle stoppate sui tiri da tre degli avversari che, da quest’anno, avranno un pensiero in più quando affronteranno la squadra di San Antonio. Non solo in attacco, quindi, ma anche nella metà campo difensiva Wembanyama rischia di scuotere la lega dei più forti. “Per la maggior parte della mia breve carriera, i miei compagni di squadra hanno dovuto imparare a giocare con me, perché so che a volte sono sorpresi nel vedermi fare certe cose”, sa di valere molto, il giovane francese. E lo sanno anche i suoi compagni, che sono pronti a cambiare il loro gioco per farlo rendere al meglio.
Intendiamoci, il basket di preseason non è il vero basket. È un riscaldamento, un anticipo di quello che ci si può attendere in regular season. Victor Wembanyama ha ancora molto da dimostrare. Specie in una lega che considera la squadra vincitrice “Campione del mondo”, pur essendo una competizione continentale. In cui senza l’anello non si viene annoverati tra i migliori della storia. Perché a quello punta Wembanyama: alla Hall of Fame, a scrivere il suo nome accanto a quello degli intoccabili LeBron, Kobe Bryant, Kareem Abdul-Jabbar e Michael Jordan. Con il suo stile e le sue braccia lunghissime. Un “freak” pronto a conquistare l’America.