Un leone e un capretto messi in una gabbia, con il secondo che scappa e il primo che rincorre graffiando e affondando le zanne nei muscoli della preda. Anthony Joshua v. Jake Paul era un match già scritto. Vittoria dell’inglese, ko con “wow” dell’influencer, premiato per il coraggio (o l’incoscienza o l’astuzia imprenditoriale) con almeno 50 milioni di sterline e una mascella rotta in due punti. Uno spettacolo decisamente lontano dall’essere boxe di alto livello. Nemmeno l’arbitro ha potuto fare a meno di commentare lo scempio di una disciplina. All’inizio della quarta ripresa, infatti, avrebbe detto: “I tifosi non pagano per vedere questa merda”. I microfoni erano aperti. Joshua in effetti sembra aver scherzato con l’avversario, tergiversando eccessivamente prima di chiudere il match. Balletti, ritmo basso e un po’ di spazio di troppo quando Paul si trovava all’angolo. Christopher Young, il direttore di gara, non è riuscito più a trattenersi. Quasi 20mila persone si sono radunate al Kaseya Center di Miami e seppur il prezzo del biglietto non fosse esagerato (si parla di 31 dollari a ridosso del gong) quella gente meritava di più. Quel qualcosa in più vorrà probabilmente darlo Anthony Joshua l’anno prossimo: il guanto di sfida a Tyson Fury è lanciato.
Oleksandr Usyk, il più grande pugile vivente, aveva spiegato bene i presupposti di questo match: “Una Rolls-Royce con una Fiat”. Joshua è un campione olimpico e mondiale, Paul un atleta di buon livello che ha provato il grande salto. Ma chi sale troppo in alto cade facendosi molto male. Jake rimpiangerà la sua scelta? Decisamente no, il flusso di cassa cura persino il peggiore dei mali, un paio di fratture sono un contrappasso accettabile. Minestrina per qualche giorno e poi si contano i dollari, anche perché l’evento è stato promosso dalla sua società, la Most Valuable Promotions. Mvp è la sigla dei migliori. Nel fare business quel titolo Paul se l’è meritato in pieno. Ha pure annunciato il ritiro, ma non ci crede nessuno, ha solo 28 anni e tornerà di certo. L’avversario verrà scelto in base ai trend o alle previsioni di qualche algoritmo. Lodato sia il “content”, dannata sia la boxe.