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Scanzi e la bomba su Musetti: “Vive la condanna imbecille del paragone con Sinner”. Poi su Berrettini, Medvedev, Alcaraz e la top ten…

  • di Giulia Sorrentino Giulia Sorrentino

15 aprile 2025

Scanzi e la bomba su Musetti: “Vive la condanna imbecille del paragone con Sinner”. Poi su Berrettini, Medvedev, Alcaraz e la top ten…
Lorenzo Musetti è “già top ten, anche se ancora per poco fuori dalla classifica”. Andrea Scanzi lo elogia, ma ne approfitta anche per sparare a zero su chi lo accosta a Jannik Sinner: “Vive la condanna imbecille di un paragone che non ha senso: sono due giocatori diversissimi”. Poi le stoccate della firma del Fatto Quotidiano a Medvedev e Ruud, la riflessione sull’estetica del tennis moderno e quelle parole per Berrettini che…

di Giulia Sorrentino Giulia Sorrentino

Lorenzo Musetti sfiora l’impresa a Montecarlo, sfiora la top ten, sfiora il colpo grosso contro Carlos Alcaraz e si ferma solo per un infortunio. Ma Andrea Scanzi, in un lungo commento pubblicato sul Fatto Quotidiano, non ha dubbi: Musetti, oggi numero 11 del mondo, è già da considerarsi tra i primi dieci del tennis mondiale. E poco importa se a dividerlo dal decimo posto ci sono solo 15 punti, o se dal nono (Medvedev) il distacco è sotto i cento: “L’approdo nei primi 10 è certo ed è solo questione di settimane”, scrive Scanzi. Il punto, semmai, sarà restarci. A Montecarlo, il carrarino ha mostrato una versione del suo tennis che ha fatto sognare. Nella finale con Alcaraz, vinta poi dallo spagnolo per 3-6, 6-1, 6-0, Musetti era partito dominando il primo set. Poi, la svolta. Un problema muscolare lo ha bloccato, “una sfortuna notevole e al tempo stesso uno strano contrappasso”, nota Scanzi, ricordando che per tutto il torneo l’azzurro aveva sempre vinto in rimonta, da autentico “combattente tignoso e pugnace”. Un profilo lontanissimo, quasi opposto, dalla sua fama di talento estroso ma incostante, più vicino all’esteta che al lottatore.

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Contro Alcaraz, che pure era stato sua “vittima sacrificale” nella prima finale vinta da Musetti in carriera (Amburgo 2022), “è partito per una volta straordinariamente. E il destino, puntualmente sadico e ottuso, lo ha punito nella maniera più beffarda. Peccato”, osserva. L’editorialista del Fatto rigetta poi un paragone che definisce “una condanna imbecille”: quello con Jannik Sinner. “Un accostamento abbastanza ebete, sia perché il metro di paragone non può essere per forza un connazionale nato per dominare e non sbagliare mai (rispetto a Sinner oggi sono tutti inferiori), sia perché Musetti è un giocatore diversissimo”. Diverso, e in qualche modo anacronistico. “Rovescio a una mano, talento a quintali, colpi impensabili, sensibilità a tratti inaudita. Genio e sregolatezza”, lo definisce Scanzi, che lo colloca idealmente nei tempi di McEnroe o Edberg, piuttosto che nel tennis muscolare e ipertecnico di oggi. E proprio per questo, la sua “anacronistica bellezza” diventa spesso un limite agonistico. “Oggi vengono premiati più i bruti degli esteti”.

Lorenzo Musetti e Matteo Berrettini
Lorenzo Musetti e Matteo Berrettini

Musetti, sottolinea ancora il giornalista, ha margini ma anche punti deboli: “Il servizio, soprattutto la seconda, che non fa male quanto dovrebbe. E poi caratteriali, perché il ragazzo in campo è umbratile e fumantino”. Un nervosismo che si è spesso trasformato in bestemmie plateali, che Scanzi giustifica col sorriso e con l’origine: “Chi scrive è toscano e sa bene che questa tara è tanto genetica (dunque non curabile) quanto innocua (per quanto sgradevole)”. Ciononostante, qualcosa sta cambiando. Musetti appare oggi più solido, più maturo. Lo ha dimostrato a Montecarlo, come lo aveva fatto un anno fa, vincendo il bronzo alle Olimpiadi. E allora, meglio non insistere con “dualismi stolti” tra Sinner e Musetti. Meglio accorgersi che il tennis italiano oggi ha qualcosa che fino a pochi anni fa sembrava impossibile. “Avere due top ten nel tennis maschile era fino a pochi anni fa impensabile”, scrive Scanzi. E aggiunge: “L’Italia ha dieci top cento, e tra questi ce ne sono tre che valgono la top ten. Pazzesco”. Berrettini, se fisicamente integro, sarebbe uno di quei tre. E Musetti, oggi, non è più solo una promessa. È un giocatore fatto. Che continua a migliorarsi, che ha fatto pace con la sua ambizione, e che, in fondo, ha solo bisogno di tempo per scoprire quanto vale davvero.

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