L’off-season del tennis si rivela spesso più rumorosa delle stagioni giocate. In assenza di colpi e rovesci da ammirare, gli opinionisti riempiono il silenzio con dibattiti e speculazioni. Due i temi caldi di questo inverno: il futuro dell’insolita alleanza tra Novak Djokovic e Andy Murray, e il caso doping che vede protagonista Jannik Sinner, il numero uno del mondo. La vicenda ruota attorno alla positività al Clostebol, rilevata nel marzo 2024 al torneo di Indian Wells. Nonostante il proscioglimento da parte dell’Itia, il ricorso presentato dall’Agenzia Mondiale Antidoping (Wada) al Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas) lascia Sinner sospeso in un limbo. L’udienza, prevista per febbraio 2025, potrebbe sancire una squalifica post-Australian Open, ma il verdetto resta incerto. Tra le voci che si sono espresse sul caso, spicca quella di John McEnroe, figura carismatica e leggendaria del tennis. Durante il podcast Served with Andy Roddick, il sette volte campione Slam ha difeso Sinner con il suo stile diretto e incisivo: “Voglio credere al giocatore,” ha dichiarato. “Ci hanno spiegato che si tratta di un ‘milionesimo di qualcosa’. Non lo so di preciso, ma sembra davvero un niente. Spero solo che questo fatto non crei problemi seri al nostro sport”.
Le parole di McEnroe riflettono una sensibilità che va oltre i numeri. “Il tennis,” sottolinea, “è uno sport che vive di integrità. Dobbiamo credere nelle persone, nei loro valori. Sinner ha dimostrato onestà e trasparenza: merita di essere ascoltato e sostenuto”. Ma il mondo del tennis non è unanime. Se da una parte c’è chi, come McEnroe, abbraccia la presunzione d’innocenza, dall’altra le ombre del sospetto continuano a serpeggiare. “Ogni decisione sarà cruciale per l’immagine del nostro sport”, avverte l’ex campione americano, lanciando un appello affinché il caso venga trattato con la massima equità e senza lasciare strascichi sulla carriera del giovane italiano. Sinner, intanto, prosegue la sua preparazione a Dubai, lontano dal rumore mediatico, concentrato sull’Australian Open, primo banco di prova del 2025. Il suo silenzio, più eloquente di mille parole, racconta di una determinazione che non si piega. La sua arma? Il lavoro. La sua risposta? Sul campo, tra le righe bianche che non mentono mai. Mentre il Tas di Losanna prepara il suo giudizio, il tennis si interroga: quanto pesa un “milionesimo di qualcosa”? E soprattutto, quale sarà il volto del tennis dopo questa tempesta? Forse, come dice McEnroe, tutto dipende da un atto di fede: quello di credere nella purezza dello sport e dei suoi protagonisti.