Il patteggiamento tra Jannik Sinner e la Wada continua a far discutere, e tra le voci più critiche spunta anche quella di Daniil Medvedev. Il russo, che sta attraversando un periodo complicato nel circuito Atp, ha commentato la sospensione di tre mesi inflitta al numero uno al mondo, sottolineando come l'accordo raggiunto dall’azzurro potrebbe aprire un nuovo scenario per il futuro delle sanzioni antidoping. “Spero che d’ora in poi tutti possano discutere con la Wada e difendersi come ha fatto Jannik”, ha dichiarato Medvedev. Il riferimento è al meccanismo che ha portato alla riduzione della squalifica dell’italiano, un processo che secondo il russo potrebbe diventare un punto di svolta per altri giocatori in situazioni simili. “Se la Wada ti dice: ‘È una sospensione di due anni', tu rispondi: ‘No, voglio un mese'. Spero che questo crei un precedente”, ha aggiunto con tono ironico. Per Medvedev, il caso Sinner potrebbe rappresentare un’opportunità per rivedere i criteri con cui vengono gestite le squalifiche: “È un argomento complesso, politico, tutti hanno la loro opinione. Ma se ora i giocatori potranno discutere e negoziare la loro pena, allora vorrà dire che qualcosa è cambiato”.
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Il punto centrale della critica del russo riguarda la presunta discrezionalità con cui la Wada ha gestito il caso Sinner rispetto ad altre situazioni passate: “Se vogliono darti due anni di squalifica e tu puoi rispondere che ne vuoi solo uno, allora almeno tutti devono avere lo stesso trattamento. Altrimenti, diventa una situazione strana”. Nel frattempo, Sinner osserverà il suo stop fino a maggio, senza poter competere e con forti limitazioni anche sugli allenamenti fino a metà aprile. A parlarci della squalifica è l’ex campione Omar Camporese: “Sono allibito, siamo davanti a una condanna ingiusta. Sinner è completamente innocente e tre mesi sono davvero una cosa ignobile. Lui era già stato prosciolto, per cui era già stato dichiarato pulito e siamo davanti a un qualcosa di incredibile. Vero è che probabilmente lui non ce la faceva più a reggere questo peso che aveva sulle spalle. È da un anno che va avanti con questa spada di Damocle che incombe su di lui, ma, ciò nonostante, è riuscito a vincere tutto”.
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Prosegue: “Fortunatamente la vicenda si è conclusa e credo che questo sia fondamentale per la sua mente. Ma resta un'ingiustizia e adesso perderà una serie di tornei, quattro Master 1000 in cui gli altri giocatori si faranno più avanti in classifica, anche se fortunatamente, qualora dovesse rientrare a Roma, sarebbe comunque il numero uno al mondo. C'è anche il problema degli allenamenti, il che implica che avrà alle calcagna un commissario della Wada che controllerà dove e come si allena, la trovo una cosa abominevole. Sono sconcertato perché parliamo dell'emblema della correttezza: un ragazzo buono, per bene, che ama la famiglia. Credetemi se vi dico che sono incazzato anche io per quello che gli hanno fatto. Mi auguro che questa volta si sia arrabbiato anche lui e che torni più forte di quanto non fosse prima”.
Poi sulle dichiarazioni di Medvedev: “Ho letto le sue dichiarazioni e parla di sinner facendo intendere che lui se lo possa permettere perché ha gli avvocati migliori, perché hai i soldi e via dicendo. Ma penso che, piuttosto, avrebbe dovuto dire che è stata la Wada a fare una pessima figura, che sono loro che devono cambiare il regolamento è che non esiste la colpevolezza oggettiva perché lui come persona era del tutto innocente. Mi sono piaciute poco le parole di Medvedev, non sono minimamente d'accordo perché si sarebbe dovuto concentrare sugli errori commessi dalla Wada”.