Ci siamo, gli Us Open hanno preso finalmente il via, ma l’attenzione è ancora tutta concentrata sul caso doping di Jannik Sinner. L’italiano numero uno al mondo per la classifica Atp, lo scorso mese di marzo è risultato positivo al Clostebol, uno steroide anabolizzante vietato, ma è stato subito scagionato dall’Itia (International Tennis Integrity Agency) per “assunzione inconsapevole” della sostanza; la positività, infatti, sarebbe dovuta a una pomata cicatrizzante utilizzata dall’ex fisioterapista e massaggiatore dell’altoatesino. Comunque sia, in un uragano di critiche, il torneo statunitense è cominciato anche per Jannik, che nel frattempo è stato anche dimenticato da Sky Sport Uk nella presentazione del torneo in un post poi cancellatto, il quale nel primo turno ha sconfitto, dopo un inizio difficilissimo, l’americano Mackenzie McDonald per 2-6, 6-2, 6-1, 6-2. Ora, il classe 2001 dovrà vedersela con Alex Michelsen, match in programma per giovedì 29 agosto; ma anche in questo caso a rubare la scena sono le polemiche, o meglio ancora le risposte di Sinner a queste. Dopo gli attacchi di Nick Kyrgios e Tallon Grieskspoor, il tennista a SuperTennis ha rivelato che “non farei mai niente di male, ma più si avvicinava la sentenza e meno mi divertivo in campo. Chi mi conosceva, vedeva un Jannik diverso che si divertiva meno, con meno voglia” (fonte il Fatto quotidiano). Ma anche affermato di aver “imparato chi è mio amico e chi no, l’ho visto subito”; e quindi su Matteo Berrettini, Carlos Alcaraz e Novak Djokovic...
Le parole dell’altoatesino, infatti, sembrano avere dei destinatari ben precisi. Uno di questi (dichiarato) è Berrettini, che cominciato questi Us Open con il piede giusto battendo lo spagnolo Albert Ramos Viñolas, e adesso attende lo statunitense Taylor Fritz nel secondo gruppo. Nei giorni scorsi, infatti, a Sky Sport, l’italiano classe ‘96 ha ammesso di aver “visto qualcosa di diverso nei suoi occhi, forse meno gioia del solito. Quando è uscito tutto ho capito cosa stesse bollendo in pentola. È impressionante come abbia gestito tutto: penso siano stati mesi difficili per lui [...] lo conosco bene – riporta il Fatto – e sono sicuro che sia stato un errore”. Parole che sembrano aver toccato lo stesso Sinner, che ha dichiarato di essere “molto contento di quello che ha detto Matteo Berrettini, ci conosciamo bene e ci rispettiamo molto. Mi ha manifestato molta stima, è stato un grande onore”. Ma nelle parole del numero uno Atp ci potrebbero essere altri due destinatari più o meno segreti. Uno potrebbe essere Carlos Alcaraz, che riguardo il caso Sinner era sembrato dubbioso, tant’è che aveva detto che “credo ci siano degli aspetti che noi non sappiamo di tutta vicenda, ma se lasciano giocare Jannik un motivo ci sarà”. L’altro, invece, Novak Djokovic, secondo cui “sono i casi come quello di Sinner il motivo per il quale abbiamo fondato la Ptpa (Professional Tennis Players Association, ndr), che sostiene sempre protocolli equi e chiari per approcci standardizzati a questo tipo di casi. Capisco – ha voluto sottolineare – che la frustrazione dei giocatori sia dovuta alla mancanza di coerenza”. Comunque sia, Sinner sembra essere intenzionato ad allontanare le discussioni, affermando che “ci sono state delle reazioni. Non posso davvero controllare cosa pensano o dicono gli altri. Io, se ho qualcosa da dire a qualcuno, lo faccio privatamente” (fonte Corriere dello sport), e si è detto contento della risposta del pubblico: “È stata fantastica […] Ho ricevuto molto supporto durante gli allenamenti, sono molto felice anche se continua a non essere una situazione semplice”.