Toh, ci risiamo. Nick Kyrgios torna a parlare di tennis e, puntualmente, torna a parlare di Jannik Sinner. È quasi una regola, un’abitudine. L’australiano, attualmente fuori dai giochi ma attivissimo sui social, non ha resistito e ha commentato una previsione firmata Scott Barclay. L’insider aveva scritto su X: “Jannik Sinner vincerà Roma e l’Atp Tour dovrà fare un duro esame di coscienza”. Una frase secca che riconosce l’enorme forza dell’azzurro e, allo stesso tempo, mette in discussione il livello del circuito, ipotizzando un dominio di Jannik anche dopo tre mesi di inattività. Kyrgios legge, riflette, e come spesso accade, rilancia. Il suo commento arriva rapido: “Perché? È un talento generazionale? Non sarei affatto sorpreso”, con tanto di faccina ironica a suggellare il tono. Non un attacco frontale, stavolta, ma una frecciata sottile. Più che contestare il valore di Sinner, Nick sembra volerlo ridimensionare: sì, vincerà, ma perché gli altri non sono all’altezza. Come dire: senza vera concorrenza, è facile dominare. Anche se sappiamo benissimo che tutto ciò non è plausibile perché la concorrenza c'è ed è anche molta.

Una posizione che in ogni caso ormai fa parte della narrazione costante di Kyrgios su Sinner. Ogni volta che può, Nick lo tira in ballo. E ogni volta lascia il sospetto che Jannik gli stia più antipatico per ciò che rappresenta che per come gioca. Del resto, la sua presenza a Roma non era prevista. E l’unico ad aver fatto il suo nome negli ultimi giorni è stato Simone Vagnozzi, coach di Sinner, che alla domanda su chi si fosse fatto vivo nei mesi difficili ha risposto: “Se tra questi c’era Kyrgios? Non credo proprio”. Poi ha aggiunto: “Sicuramente sono state importanti le parole di Ruud, di Zverev, della mamma di Rune. Vedo finalmente giocatori che dicono: attenzione, siamo tutti in una situazione di pericolo. Erano ragionamenti che prima non sentivo fare. Le contaminazioni involontarie ci sono, e sono difficilissime da controllare. Non è giusto fermare un giocatore per una contaminazione del tutto non volontaria, come nel caso di Jannik. Devi squalificare chi si dopa volontariamente, per migliorare la prestazione”. Nel frattempo, Nick continua a recuperare in vista di Parigi, ma ogni occasione è buona per dire la sua. Anche quando non serve. E più passano i mesi, più sembra che parlare di Sinner serva per restare nel dibattito, per sentirsi ancora parte del gioco.
