Toni Nadal non ha dubbi: Jannik Sinner è già tra i grandi. Ma se c’è un ostacolo che il numero uno del mondo deve ancora superare, ha il volto di Carlos Alcaraz e l’eco di quella finale persa al Roland Garros, che ancora brucia. “È stata una sconfitta molto dura”, spiega lo zio Toni, l’allenatore che ha cresciuto Rafael Nadal. “A Jannik è mancata un po’ di tranquillità nel momento più importante. Forse anche il suo box avrebbe dovuto dirgli: ‘Calma!’. C’era tensione, era a un passo dal vincere il quarto Slam eguagliando Carlos. E se hai tre match point sul 5-3 sulla terra e non riesci a chiudere, allora sì, può fare molto male”. Nadal, intervistato da La Gazzetta dello Sport, non parla di crisi ma di una battuta d’arresto. Eppure, secondo lui, la sconfitta successiva contro Bublik a Halle non va letta come un effetto collaterale diretto di Parigi: “Era una situazione differente, una superficie differente, un giocatore differente. Forse a Sinner manca ancora un po’ di continuità dopo lo stop, ma non dimentichiamoci che ha fatto due finali, un Masters 1000 e uno Slam da quando è tornato. Non penso che questa sconfitta sull’erba possa minare il suo percorso a Wimbledon o il resto della stagione. Sinner ripartirà da qui”.

Poi il confronto con Alcaraz: “Credo che lo spagnolo mentalmente sia un po’ superiore nei momenti decisivi. L’italiano invece è migliore nell’imporre un ritmo altissimo senza sbagliare. Ma quando è il momento chiave, tra loro due, forse Carlos è un pelo superiore. Tutti possono fare meglio, anche Federer ha perfezionato il rovescio. Jannik continuerà ad aggiungere piccoli particolari, a evolvere”. E il tarlo della lunga pausa per la squalifica forse oggi torna al centro: “Lo abbiamo visto a Roma, una volta arrivato in finale gli è mancata un po’ di solidità, ha fatto errori che hanno compromesso la sua partita e che chiaramente derivavano dalla mancanza di partite. Sono sicuro che se fosse arrivato a Roma dopo aver giocato Indian Wells, Miami, Montecarlo e Madrid, sarebbe arrivato agli Internazionali con il ritmo giusto”. Ma ovviamente non ha nessun dubbio sulla correttezza di Sinner e sul modo in cui ha gestito il caso Clostebol, ma ne sottolinea ancora la centralità nel percorso di Jannik: “Questo caso lo ha condizionato e non solo per la mancanza di match, ma anche mentalmente ha avuto un peso molto importante. Bisogna sanzionare chi delinque, chi vuole barare, non certo giocatori come Sinner che chiaramente non voleva fare nulla di scorretto e non ha avuto nessun vantaggio. Lui è una persona eccezionale, sanzionare i giocatori per errori altrui non porta da nessuna parte”.

L’idea che debba “avvicinarsi” ad Alcaraz, per Toni Nadal, è una forzatura: “Beh, non direi che deve avvicinarsi visto che è numero uno al mondo da più di un anno. Al momento è Carlos quello che sta dietro nel ranking e insegue”. Resta però il dato: Sinner non batte Alcaraz in partite ufficiali da ottobre 2023. “Parlo da osservatore esterno, gli allenatori di Sinner sanno benissimo su cosa serve lavorare. Ha un ottimo servizio, dritto e rovescio potentissimi, è molto solido. Potrebbe essere più preciso nei drop shot e a volte ha un po’ di fretta. Carlos invece è più creativo”. E a Wimbledon? “Normalmente una finale Sinner-Alcaraz, ma parliamo di uno Slam particolare, c’è sempre qualche sorpresa. Se trovi uno Shelton o un altro grande battitore in giornata, possono cadere teste importanti. L’erba è una superficie insidiosa, dove la partita può sfuggire di mano velocemente”.