Ne sentiamo parlare continuamente, eppure il delitto di Garlasco ancora non è stato risolto. Proseguono ancora, quindi, le indagini sull'omicidio di Chiara Poggi, la giovane uccisa il 13 agosto 2007 nella sua villetta in provincia di Pavia. Le ultime novità investigative si concentrano sulla cucina della casa, luogo che potrebbe aver ospitato un secondo individuo, presente insieme a Chiara la mattina dell’omicidio.Dopo aver analizzato i reperti finora rimasti in secondo piano (tra cui un capello e la cosiddetta "impronta 10" individuata sul lato interno del portone d’ingresso), nonostante l’assenza di sangue, si è iniziato a pensare che l’omicidio possa essere stato compiuto da più persone. Il nuovo filone d'inchiesta della Procura di Pavia punta ora a chiarire se la ragazza fosse davvero sola quando è stata colpita a morte. Particolare attenzione è stata riservata all'analisi del dna rinvenuto sui rifiuti sequestrati nella villetta subito dopo il delitto. Su 21 campionamenti effettuati, i profili genetici risultati interpretabili portano esclusivamente a Chiara Poggi e ad Alberto Stasi, già condannato a 16 anni per l’omicidio. Nessuna traccia invece di Andrea Sempio, il cui nome in passato era emerso come possibile figura da approfondire. Gli accertamenti, svolti da consulenti nominati da tutte le parti in causa, evidenziano la presenza del DNA di Chiara su due barattoli di Fruttolo, un piattino di plastica e un sacchetto della spazzatura, mentre quello di Stasi è stato rinvenuto su una cannuccia. Ma 11 campioni su 21 non hanno restituito alcun profilo genetico leggibile, mentre altri 5 sono ancora sotto esame per possibili approfondimenti. Il 4 luglio è prevista una nuova comparazione ufficiale tra i dati genetici e i tamponi repertati all’epoca, custoditi a basse temperature per preservarne l’integrità.

Resta invece ancora nessuna svolta sull’arma del delitto: le ricerche recenti nel canale di Tromello, a pochi chilometri da Garlasco, hanno portato al recupero di alcuni oggetti, tra cui una mazzetta da muratore, ma non compatibile con il martello a coda di rondine che risulta mancare dalla casa della vittima. Nel frattempo, una testimonianza smentisce l’alibi di Marco Poggi, fratello della vittima, secondo cui si trovava in Trentino il giorno dell’omicidio. Il titolare dell’hotel in cui avrebbe dovuto soggiornare ha dichiarato il contrario. Inoltre, è emerso un audio in cui la madre delle sorelle Cappa afferma: "Se è morta tra le 9.30 e le 10 ci siete dentro voi". Queste le novità di Quarto Grado su Rete 4, condotto da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero. Con la partecipazione di esperti come Luciano Garofano, Massimo Picozzi, Carmen Pugliese e altri. Nel programma Mediaset attenzione posta anche sulle ultime clamorose novità del caso di Liliana Resinovich, la donna triestina scomparsa nel dicembre 2021 e ritrovata cadavere due settimane dopo. Dopo un interrogatorio di cinque ore, Claudio Sterpin, l’amante di Liliana, è tornato a puntare apertamente il dito contro Sebastiano Visintin, marito della vittima e unico indagato. Sterpin avrebbe dichiarato che Visintin non cercò mai attivamente la moglie, insinuando che sapesse già che non sarebbe tornata: "Lui se n'è fregato perché sapeva che non sarebbe tornata. Lo dirò anche in punto di morte". L’uomo ha inoltre sostenuto che Visintin conoscesse la relazione extraconiugale tra lui e Liliana, nonostante Visintin continui a negarlo. Tra gli elementi di discussione anche una poesia inviata da Liliana a Sterpin pochi giorni prima della scomparsa, che inizialmente era stata interpretata come una sorta di lettera d’addio. In realtà si tratta di un testo già pubblicato online nel 2017, attribuito al poeta Francesco Versace.
