Un alito di novità soffia (letteralmente) nelle auto italiane. Con il decreto firmato dal ministro delle Infrastrutture, arriva ufficialmente l’Alcolock, il dispositivo che promette di dire basta alla guida in stato d’ebbrezza. O almeno, ci prova. Un piccolo etilometro collegato al cruscotto che decide, in tempo reale, se l’automobilista è abbastanza sobrio da meritarsi il privilegio di mettere in moto. Il tutto condito da un pacchetto di regole, spese e (inevitabili) perplessità. La misura è indirizzata – per ora – ai recidivi del brindisi al volante, che per due anni dovranno convincere un sensore elettronico della loro innocenza alcolica prima di poter partire. Il problema? Non è il solo alcol a dover essere smaltito, ma anche un conto piuttosto salato: si parla di circa 2.000 euro per l’installazione, senza contare manutenzione, boccagli monouso e revisioni periodiche. Insomma, chi pensava che smettere di bere facesse risparmiare, dovrà ricredersi. Sulla carta, l’iniziativa ha l’aria della svolta futurista. Nella pratica, invece, la realtà sembrerebbe meno liscia. L’installazione del dispositivo sarebbe vincolata a una rete di tecnici autorizzati, che dovranno piazzare sigilli anti-manomissione, certificare ogni intervento e mantenere tutto secondo le linee guida europee. Al conducente l’onere di esibire, in caso di controlli, certificazioni degne di una centrale nucleare. Fortuna che almeno non si dovrà rifare il libretto di circolazione – una magra consolazione in mezzo a una giungla di scartoffie.

C’è poi il nodo tecnico: quasi un quarto del parco auto italiano ha superato i 19 anni di età. Parliamo di veicoli che già faticano a gestire l’autoradio, figuriamoci un etilometro elettronico di nuova generazione. E mentre il dispositivo si vuole universale, la compatibilità con i vecchi motori resta tutta da verificare. Il rischio è che l’obbligo resti scritto sulla carta, mentre su strada si continui a guidare come (e peggio) di prima. Le prime voci critiche non si sono fatte attendere. Le associazioni di categoria mettono il dito nella bottiglia (vuota): chi controlla che il dispositivo venga installato e rimosso correttamente? La Motorizzazione è fuori dai giochi, e il rischio che tutto si trasformi in un “fai da te” con esiti tragicomici è concreto. Senza contare i dubbi sulla reale efficacia del provvedimento, che potrebbe diventare un ennesimo obbligo formale da aggirare con un po’ di furbizia all’italiana. Non resta che bere vino dealcolato.
