Trump ha fiutato per primo il business delle stablecoin lanciando a marzo 2025 la sua USD1 tramite World Liberty Financial, società controllata insieme a Steven Witkoff, suo socio e inviato speciale in Medio Oriente. Le stablecoin sono valute digitali “stabili” legate a un asset come il dollaro, e stanno attirando l’interesse di colossi come Amazon, Walmart, Uber e PayPal, che già hanno la loro moneta. A giugno la quotazione di Circle, creatrice di USDC, ha fatto scalpore, con il titolo che è schizzato da 30 a quasi 300 dollari dopo l’approvazione al Senato del Genius Act, la legge che vuole regolamentare queste valute, come specificato da Reuters. Il segreto del guadagno è semplice: chi emette stablecoin raccoglie denaro e lo mette in riserva, investendo in titoli a breve termine come i Treasury USA. Tether, leader del settore con 150 miliardi raccolti, ha realizzato profitti netti per 13 miliardi nel 2024, superando i maggiori istituti di credito italiani. Circle, più regolamentata, ha guadagnato meno ma segue norme USA ed europee.

Nel Genius Act è stato inserito un divieto temporaneo per le Big Tech di emettere stablecoin per evitare monopoli. Tuttavia, Amazon punta forte su questo mercato da 640 miliardi di ricavi, e PayPal ha già la sua stablecoin. Mastercard, percependo la minaccia, sta integrando le stablecoin nei suoi sistemi di pagamento, dove le commissioni sono molto più basse rispetto ai circuiti tradizionali. Le banche invece sono in allarme: Brian Moynihan di Bank of America ha detto che bisogna trattenere i depositi transazionali “nella nostra rete” per evitare un’emorragia. BofA, Citi e JP Morgan valutano una stablecoin congiunta. La sfida è capire se le stablecoin saranno davvero un’alternativa ai pagamenti tradizionali e ai conti deposito, soprattutto nei mercati regolati dove la remunerazione è vietata. Intanto Trump fa già banca: la sua USD1 ha raccolto 2,2 miliardi, garantiti da Treasury USA, come specificato da Reuters.
