Come è possibile sintetizzare la breve, ma piuttosto intensa, esperienza di Maurizio Arrivabene alla Juventus? Di recente l’ex dirigente della Ferrari in Formula 1 è tornato a parlare del suo passato in bianconero in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, in cui ha commentato anche gli ultimi aggiornamenti riguardo il famoso e complicato caso plusvalenze. In quell’occasione, comunque, aveva affermato di aver trovato “una situazione piuttosto pesante a causa degli investimenti precedenti” e di aver portato avanti “un mercato morigerato subendo anche critiche”. Eppure, secondo alcuni queste parole non rivelano la verità, o meglio non la rivelano tutta fino in fondo. Insomma, secondo Paolo Ziliani, giornalista del Fatto quotidiano, Arrivabene arriva alla Juve con il compito di fare da “badante” ad Andrea Agnelli, chiamato da Exor “preoccupata per i disastrati conti economici della Juventus”; un matrimonio, quello tra l’ex Ferrari e la squadra torinese, finito in fretta, e male anche…
“Maurizio Arrivabene – scrive Ziliani –, il dirigente che dal 2014 era stato per quattro anni il non indimenticabile direttore della scuderia Ferrari” arriva alla Juve per volere di John Elkann, che “gli dà uno stipendio di 1,08 milioni e gli affida una missione: mettere il management composto da Agnelli (presidente, 700mila euro di stipendio), Nedved (vicepresidente, 514mila) e Cherubini (dg, 750mila), da poco alleggeritosi della presenza di Paratici (ex dg, 2,6 milioni), nelle condizioni di smettere di fare danni”. Insomma, il compito è un po’ quello dell’amministratore dei conti e un po’ quello del controllore; cosa che si riscontra anche nelle parole rilasciate dall’ex dirigente sportivo al Corriere. “Peccato che Arrivabene – sottolinea il giornalista del Fatto – non dica […] quel che è realmente successo alla Juve nei diciassette mesi del suo mandato prima che l’inchiesta Prisma della Procura di Torino spazzasse via in un sol colpo […] l’intero Cda”. La vera esperienza di Arrivabene in bianconero, e non quella raccontata al quotidiano italiano, secondo Ziliani è compressa in due semplici casi. Nel primo, “il 28 gennaio 2022 […] viene immortalato alla Continassa accanto a Dusan Vlahovic che la Juventus […] ha acquistato per 91,6 milioni (!) e al quale ha riconosciuto uno stipendio che negli ultimi anni […] sale a dodici netti […] obbligando la società a mettere a bilancio quarantadue milioni l’anno solo per questo giocatore”. Il secondo caso, invece, risale al 23 luglio 2022, quando “Arrivabene viene immortalato a fianco di Paul Pogba”. Per il centrocampista francese, che faceva ritorno a Torino dopo aver giocato a Manchester, e che ha passato un primo anno quasi sempre fermo per infortuni, soltanto per essere poi squalificato per quattro anni dal Tribunale Nazionale Antidoping, la società prepara uno stipendio di otto milioni netti più due di bonus. In questo caso, però, curioso è il metodo che ha portato la Juve a ingaggiare per la seconda volta il calciatore: “In quelle riunioni – ha raccontato Arrivabene – si fanno dei nomi […] Apri la porta, lanci un nome e tutti ti guardano come un matto; poi – riporta sempre Ziliani – piano piano la macchina si avvia e si costruisce l’operazione”. Peccato, però, che le aspettative del dirigente, secondo cui “la sua presenza (di Pogba, ndr) sarà fondamentale anche dal punto di vista commerciale”, si siano infrante di fronte alla realtà. “Morale della favola: se il modus operandi di Arrivabene – si legge sul Fatto – è quello descritto […] allora, come diceva il titolo di quel film famoso: ‘Non aprite quella porta’. Sta arrivando Arrivabene”.