Tra la Fiat 500e, che continua a deludere (sia in Europa che negli Usa) per le scarse vendite, e la nuova Grande Panda elettrica, a quanto pare John Elkann, presidente di Stellantis, preferisce usare l’Agusta Westland Aw139, il famigerato elicottero privato del nonno Gianni Agnelli. Sarà per evitare l’infernale e interminabile traffico delle vacanze, oppure soltanto per il gusto di volare, fatto sta che Jaky, con tutta la famiglia tra moglie e i figli al seguito, ha scelto questo mezzo per andare al Teatro del Silenzio vicino a Volterra, in Toscana, riporta il periodico Chi, “per la prima delle tre serate che celebrano i trent’anni di carriera del tenore Andrea Bocelli”. E forse la politica green del Gruppo italofrancese ha poco impatto sul maggiore dei tre fratelli Elkann (con Lapo e Ginevra), visto che il velivolo in questione, si legge sempre sulla rivista, è “un multiruolo da quindici posti il cui costo oscilla fra i dodici e i sedici milioni di euro – non un grosso problema per un imprenditore che vanta un patrimonio personale di 2,4 miliardi (fonte Chi) – con un consumo intorno ai seicento litri per ora di volo”. Insomma, commenta ancora la rivista di gossip, “la musica (a Elkann, ndr) lo fa volare”; altro che i motori elettrici e a zero emissioni tanto amati da Stellantis, che adesso rischia addirittura una per il caso Comau…
Si tratta dell’azienda torinese specializzata nell’automazione, un vero e proprio gioiellino, prima inglobata da Fiat e in seguito da Stellantis. Il Gruppo guidato da Elkann e Carlos Tavares, amministratore delegato, ha deciso di cedere questo brand chiave, generando l’ira dei sindacati e anche l’attenzione del Ministero delle imprese e del made in Italy che ora medita sul golden power. Secondo l’ultimo aggiornamento sul caso però, questo riportato da Claudio Antonelli su La Verità, “Stellantis non ha notificato al Comitato […] la sua intenzione di cedere al fondo Usa il gioiellino italiano della robotica”, e per questo motivo “il governo sta valutando […] anche gli estremi per far scattare la multa per mancata notifica […] Il rischio – scrive ancora il giornalista – è una sanzione fino al 3% del fatturato: circa cinque miliardi”. Il nocciolo della questione è che la decisione vendere Comau risale al 2021, ovvero alla fusione tra Fca e Psa, e, continua la ricostruzione del quotidiano, “l’operazione […] era probabilmente stata condivisa con il governo di allora e con il ministro competente del tempo, Stefano Patuanelli. Quelle interlocuzioni sono ancora valide oggi?”. Non sembra esserci risposta certa, ma “Comau e l’esito della procedura del golden power– assicura La Verità – diventeranno una boa fondamentale” nei rapporti tra John e il governo di Giorgia Meloni, “rapporti già estremamente tesi, nonostante alla celebrazione dei centoventicinque anni della Fiat il management abbia dato segnali di apertura sui modelli ibridi e du una volontà di base non abbandonare l’Italia”.