Ex dirigente Ferrari in Formula 1, dopo una lunga carriera nella Philip Morris, e della Juventus, il suo nome è legato a grandi imprese del Cavallino, a un addio amaro in quel di Maranello, e soprattutto a una gestione a dir poco difficoltosa della squadra bianconera sotto la presidenza di Andrea Agnelli. Adesso Maurizio Arrivabene è tornato a parlare del suo passato; rivelando alcuni aspetti segreti dei passaggi chiave (e chiacchierati) della propria carriera, ma non solo. Infatti, il primo punto toccato dal bresciano classe ’57 nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, riguarda il suo rapporto con Sergio Marchionne; rapporto che Arrivabene definisce con queste parole: “‘Fare l’amore e sbattere contro un muro a centocinquanta all’ora, tutto insieme’. Era così, emozioni forti. Ma con il passare degli anni ti rendi conto di essere stato accanto a un grande uomo. Aveva un carattere durissimo ma mi ha insegnato e lasciato molto”. E sul periodo no di Charles Leclerc ha predicato calma, visto che “i piloti vivono di alti e bassi. In Charles – ha ricordato l’ex Ferrari e Juve – ho creduto sin dal primo giorno […] Nessuna crisi, ma un momento di scoramento. Ha bisogno di essere stimolato e capito”. Però sull’arrivo di Lewis Hamilton…
Rimanendo sul tema Ferrari, Arrivabene ha parlato anche del futuro della scuderia emiliana, con l’inglese Lewis Hamilton pronto a vestire la divisa rossa del Cavallino. A questo proposito, dunque, l’ex dirigente ha detto che “Lewis può aiutare Charles a crescere”, ma anche che “il primo avversario di un pilota è il suo compagno”. Inoltre, ha ammesso di avere un po’ di nostalgia per la F1, e ha colto l’occasione per chiarire alcuni aspetti del suo addio al team di Maranello: “Nessuno mi ha cacciato – ha specificato Arrivabene –, altrimenti dopo non sarei andato alla Juve. Avevo un contratto di quattro anni e non è stato rinnovato, non abbiamo trovato un accordo”. False, a suo dire, anche le voci sui presunti screzi con Mattia Binotto: “Questa storia – si legge sul Corriere – è stata alimentata da dentro o da fuori, ognuno di noi aveva il suo ruolo. Ma una coppia ben fatta – ha voluto sottolineare – era Marchionne-Arrivabene”. Dopo l’esperienza in Ferrari arriva la chiamata dalla Juventus, in cui Arrivabene era presente già dal 2012 come membro del consiglio di amministrazione. Il suo passato a Torino è diventato tristemente noto per la famosa inchiesta sulle plusvalenze fittizie, o presunte tali, della società bianconera. A questo proposito Arrivabene ha ammesso di “credere nella giustizia”, ma allo stesso tempo ha voluto specificare che “il Covid ha complicato le cose. Ho iniziato il mio lavoro da dirigente il primo luglio 2021 trovando una situazione piuttosto pesante a causa degli investimenti precedenti […] Cosa dovevo fare, andare in tv e dire abbiamo sbagliato a spendere troppo? […] In silenzio mi sono rimboccato le maniche e ho iniziato a lavorare”. Infine Arrivabene ha detto di sentirsi ancora con Agnelli, entrambi coinvolti nel caso plusvalenze, e su un suo ritorno in F1 in stile Flavio Briatore (ora consigliere della Alpine) ha rivelato che “per ora sono contento di quello che faccio con la mia società”.