Intervistato al Dolomiten, Corrado Augias si è svegliato alpino? Più o meno sì, tant’è che a metà corregge la sua tirata patriottica contro Jannik Sinner, e aggiusta la direzione della polemica: “Sinner è un grande sportivo, anche nei modi. Davvero eccezionale. Ma dovrebbe pagare le tasse in Italia o, meglio ancora, in Alto Adige. La Provincia trattiene il 90% del gettito fiscale. Perché non le paga in Alto Adige?” Augias, insomma, sta dalla parte del governatore Arno Kompatscher, che con Sinner aveva discusso apertamente proprio su questo punto.
“Anche io godo di una certa fama – non come Sinner, ovviamente – e sapete cosa dico al mio commercialista? Controlla tutto con molta attenzione e regola tutto con il fisco fino all'ultimo centesimo. Devo dare l'esempio e la gente non mi perdonerebbe mai se non pagassi le tasse anche solo su 1.000 euro”. Bravo Corrado, aiutaci a vivere. Certo, Sinner sbaglia tutto, gli resta solo quel “gentile” detto inizialmente dal giornalista e conduttore di La7, che ormai sembra più un modo per mettere le mani avanit, una carezza prima dei calci. “In ogni caso non si rifiuta un invito del presidente (della Repubblica, ndr.). Mai. È sconveniente. Ci si va anche se si è in sedia a rotelle”.

Gli si recrimina tutto, non potendo dire nulla, immaginiamo, sullo sport. Ma ha senso? No e lo avevamo già spiegato. Sinner che non va dal Presidente, Sinner che non paga le tasse in Italia (come tantissimi altri sportivi), Sinner che non è virtuoso come Augias, Cazzullo eccetera eccetera. Sinner che vince tutto, ha reso il tennis italiano un po’ più interessante. Non basta. Sinner dovrebbe darci qualcosa in più. Scomodiamo la sociologia? Secondo Helmut Schoeck è semplice invidia sociale. Ma potrebbe essere anche una tendenza, italicissima, alla delazione. Come Alessandro Gassman che voleva segnalare dalla finestra della sua casa romana le persone senza mascherina in giro durante la Pandemia (in giro quando non c’era nessun altro e quindi non avrebbero potuto contagiare nessuno). Invece di guardare il lato positivo (degli uomini di mezza età che uscivano di casa e scoprivano la corsetta per la prima volta), si doveva ricordare a tutti la parte sbagliata della storia. Senza accorgersi che forse la parte sbagliata, in quella storia, era la propria.
Allora Augias avrebbe potuto pensarci due volte prima di sostenere che Sinner dovesse tornare a cacciare il grano in Italia. E non perché le tasse siano un furto (e lo sono), ma perché Sinner all’Italia già da tanto, probabilmente anche in termini di introiti economici. E qui torniamo alla mia proposta: Sinner dovrebbe farsi pagare dall’Italia, che dovrebbe fare la migliore offerta per diventare sua sponsor. Case gratis, nessuna tassa, parcheggi gratis in centro. Con quali soldi? Con quelli pagati, fino all’ultimo centesimo, da Augias ovviamente.
