Qualsiasi settore dell’industria dovrà confrontarsi con il tema della transizione ecologica. Questo significa non solo trovare nuove soluzioni tecnologiche, ma anche adeguare leggi, normative. Nuovi standard verranno richiesti. Certi settori, però, stanno soffrendo più di altri questo momento di transizione. Quello automobilistico è tra i più in difficoltà. È questo il tema della “Preghiera” di Camillo Langone sul Foglio: “Si ritengano lapidi, le colonnine di ricarica delle auto elettriche. Ogni colonnina sia vista come una lapide a ricordo di un lavoratore licenziato, di un operaio, di un impiegato, di un dipendente dell’indotto lasciato a casa, e l’insieme delle 56mila colonnine (tante sono) sia la grande lapide a ricordo dell’industria automobilistica italiana”. Insomma, una transizione che, a dire di Langone, ha più l’aria della celebrazione del funerale di un’intera filiera. Sicuramente il business dei motori è quello che affronterà i cambiamenti più drastici nell’immediato futuro, e parte della questione sono senza dubbio i lavoratori che, come leggiamo nella “Preghiera”, rischiano di pagare il prezzo più alto. E per spiegare una simile problematica Langone crea un’immagine: “Nelle aree di servizio le colonnine sono i totem del nuovo classismo, dell’apartheid alla moda, siccome sempre più spesso si frappongono fra l’autogrill e il parcheggio delle persone normali”.
Dunque, punto centrale è non solo l’aggiornamento delle tecnologie, ma anche la tutela di chi fa parte del settore. Tenendo conto che, spesso, le macchine elettriche sono cosa per ricchi: “In prima fila troviamo gli ampi stalli riservati alle auto dei ricchi affamatori del popolo: elettriche, ideologiche, costose, vanitose, disfunzionali. E inoltre oppressive perché hanno spinto le auto a benzina e diesel ai margini, in parcheggi affollati e scomodi”. La chiusura, poi, sull’aumento delle accise che era stato prospettato (e subito smentito dal governo): “Il governo deve aumentare le accise? D’accordo, si decuplichino le accise delle colonnine elettriche (sarebbe la tassa più patriottica e democratica della storia)”.