“The Conversation” è il titolo di un film di Francis Ford Coppola: quella tra Elon Musk e Donald Trump andata in onda su "X" (ex Twitter) non poteva essere definita diversamente. Una “conversazione”, appunto, non un’intervista. Almeno è quanto sostenuto dal fondatore di Tesla. A ogni modo, dopo quaranta minuti di problemi di collegamento (un attacco hacker, ha detto ancora Musk, “un tentativo di censura da parte di altri paesi. Solo nell’America di Joe Biden e di Kamala Harris una organizzazione straniera non democratica può permettersi di dire a questo Paese che cosa fare”), il dialogo tra il candidato repubblicano alla Casa Bianca e l’uomo più ricco del mondo è cominciato. Premessa di Musk: quello che andrà in onda è un confronto rivolto agli “indipendenti dalla mente aperta”. Poi la risoluzione di un fraintendimento: “Ho sempre pensato a te come uno un po’ di sinistra”, ha sottolineato Trump, “apprezzo in modo particolare il tuo endorsement”. Il primo tema è Kamala Harris la quale, nonostante i tentativi di descriverla come una moderata, sarebbe un’estremista di sinistra: “Suo padre era un economista marxista, cercatelo su Google”. Inoltre, Trump ha ribadito i suoi buoni rapporti con Vladimir Putin, Xi Jinping e Kim Jong Un. Come spesso accade, poi, i due attaccano l’Ue che “dovrebbe farsi gli affari propri invece di cercare di intromettersi nelle elezioni presidenziali americane”, e passano al tema migranti, definiti dal candidato repubblicano come “gente rozza” e “persone che non vogliamo nel nostro Paese”. Nonostante la nota opposizione di Trump per le auto elettriche, tra i principali business di Musk, l’ex presidente propone al tycoon lo sviluppo di “pannelli solari sopra le auto”. L’energia solare, in effetti, è da tempo considerato il futuro degli Stati Uniti dal proprietario di Space X, anche se “non penso che si debbano demonizzare l’industria del gas e del petrolio”.
Tra i momenti più discussi c’è la parte in cui i due interlocutori si soffermano sul tema del nucleare e della prospettiva di una guerra atomica. I toni, però, non sono così drammatici, almeno per Musk: “Hiroshima e Nagasaki furono bombardate, ma adesso ci sono di nuovo delle città. Non è così spaventoso come pensa la gente”. Donald Trump, al contrario, considera “il riscaldamento nucleare” come una minaccia peggiore del riscaldamento globale su cui puntano gli ambientalisti, da sempre nemici del leader repubblicano. Di nuovo l’Ue “nemica della libertà di parola”, il “colpo di stato” che ha portato Joe Biden a ritirarsi e l’elogio di Musk per aver licenziato i lavoratori in sciopero: tutti temi caldi e su cui i due si trovano (spesso) d’accordo. Nel frattempo, la guerra in Ucraina e quella a Gaza proseguono (Trump sostiene che nessuna delle due situazioni sarebbe precipitata con lui). E il mondo osserva, in attesa delle elezioni di novembre.