Daniele Capezzone non fa sconti a nessuno, ma questa volta la stoccata arriva dritta a Milena Gabanelli e al Corriere della Sera. Oggetto del contendere? Le due pagine pubblicate lunedì 14 luglio nella sezione Dataroom, a firma Gabanelli (affiancata da Paolo Giordano), dedicate a spiegare “cos’è e cosa vuole” la cultura woke.
“Milena Gabanelli: di solito si parte da cifre per fare analisi economiche farlocche – esordisce ironico Capezzone nella sua rassegna scorrettissima online – ma oggi il Corriere ci dice qualcosa sul woke. Dopo anni arrivano”. Il sollievo, però, dura poco. Perché secondo Capezzone il pezzo prometteva di mettere a fuoco le distorsioni dell’ideologia woke, ma finisce invece – a suo dire – per spostare il bersaglio sulla propaganda della destra.
Nel dettaglio, l’articolo parte dall’intento (almeno dichiarato) di spiegare la genesi del termine e il suo uso politico. Ma a colpire Capezzone è un passaggio in particolare: “La guerra al woke – scrive Gabanelli – e l’impatto che il woke ha avuto sulla società sono stati presentati dalla propaganda di destra come una minaccia alla libertà di espressione, al funzionamento dello Stato. E in Europa, i partiti di destra e di estrema destra stanno imitando il modello americano”.

Insomma, secondo Capezzone, si prometteva un’analisi sui problemi reali legati al fenomeno woke – dalle forzature del linguaggio inclusivo alla cancel culture, fino agli eccessi ideologici dell’attivismo – e invece il risultato è un doppio paginone che, più che criticare il wokeismo, punta il dito contro chi lo contesta.
“Milena Gabanelli, affiancata da Paolo Giordano, ti fa tutto uno spiegone che dovrebbe essere neutro, ma poi se guardi bene il problema non è il woke ma è l'anti-woke”, riassume secco. E conclude con una battuta che è una sentenza: “Dovevano essere due pagine per spiegare i problemi del woke, sono invece due pagine per dire che la destra è cattiva e anti-woke. Milena Gabanelli è una certezza, è una bussola. Lei va in una direzione e voi potete sapere che il Nord è nella direzione opposta”.
