L'intrattenimento estivo ai suoi massimi livelli, questo è la puntata di Falsissimo girata sotto casa di Davide Lacerenza. Uno di quei programmi da vedere mentre si beve qualcosa con del ghiaccio dentro, seduti a sudare nella parte meno esposta al sole di casa, alzando il volume per coprire il ronzio di sottofondo che arriva dalle pale di un ventilatore mezzo scassato e dalla lampada che frigge zanzare e falene come una sedia elettrica. Non è il solito show di Fabrizio Corona, anche se lo stile è sempre quello. Una seggiola sotto la finestra in una notte di mezza estate. Siamo in pieno centro a Milano ma Corona, vestito tutto di nero, ricorda le vecchiette siciliane sedute in strada davanti casa a sparraciuniare, cioè a sparlare. L'argomento è l'ormai ex sciabolatore della movida meneghina, rinchiuso in casa ai domiciliari con Clotilde Conca Bonizzoni, e cummari Fabrizio inizia la puntata proprio raccontando la caduta del re dello champagne. Il mio regno per un cavallo, diceva il Riccardo III di Shakespeare, ma questa volta è il cavallo, appellativo gergale lacerenziano, a non avere più un reame. “Che cosa ha perso Davide Lacerenza? Ha perso tutto”, gigioneggia Corona, “La libertà, la Malmaison, la Gintoneria. Non esisteranno più. Ha perso i soldi. Gli hanno sequestrato 900mila euro. Ha perso la droga, ma questo è un bene”. Poi, coerentemente con il contesto da sogno di mezza estate della puntata, arriva l'intervista immaginaria a Davide e Clotilde. Corona, in un esercizio sublime di surrealismo, rivolge due domande alla finestra chiusa. La prima: “Stefania Nobile è libera, fa serate nei locali, ha fatto un lunghissimo post in cui ti ha dichiarato amore. È contenta perché il magistrato ti ha salvato dalla tossicodipendenza. Cosa ne pensi, questa restrizione la vedi come un beneficio?”. Fabrizio finge di ascoltare la finestra poi si risponde da solo: “Sì”. La seconda domanda è rivolta sempre, fisicamente, alle ante sbarrate della finestra, ma questa volta l'argomento è Clotilde: “Mentre Stefania ti dichiara amore, lei è rimasta vicino a te anche se hai perso tutto, ed chiusa lì dentro con te. La domanda la voglio fare a Davide: lei è rimasta perché spera ancora nella celebrità, nei follower, nella fama, nella bella vita?”. Corona si risponde di nuovo da solo: “Sì”. Poi entra l'ospite: l'avvocato Fusetti.

Parte la musica, la scena passa al bianco e nero. Borse sotto gli occhi da attore consumato, rughe centenarie: l'avvocato Fusetti irrompe con lo sgabello in mano, poggiandolo davanti a sé. Si siede con fierezza, cercando la posizione più comoda. Corona sboccia, alla faccia della disintossicazione di Lacerenza: “È una sera di agosto, abbiamo preso una birra alla spina. Ne berremo 25. Alla salute”, e brinda con l'avvocato. “Che cosa significa che hanno revocato i domiciliari a Stefania Nobile”, chiede, e mentre Fusetti risponde lui inizia a toccarlo, ad aggiustargli la cravatta, a molestarlo. Quando l'avvocato ha finito di spiegare che il tribunale ha revocato la misura restrittiva, Corona gli ricorda il motivo più importante per cui sono lì entrambi: “Beva, beva”. Lui esegue, e continua a spiegare che la misura alternativa consiste nel dare una possibilità al soggetto…”, “Troppo lungo”, lo blocca Corona: “Stefania Nobile è libera, sì o no?”. “Sì, ma con delle ristrettezze”. “Restrizioni”. “Restrizioni o ristrettezze?”. “Faccia lei. Il punto è che non può lasciare Milano. Stefania Nobile ha chiesto il patteggiamento. Quanto può chiedere, secondo lei?”, domanda Corona. “3 anni e 8 mesi”, risponde l'avvocato. “Finisca la birra. È sudato”. “3 anni e 8 mesi”. “3 anni e 8 mesi: come li ha calcolati? Beva e poi ce lo dica”. Fusetti tracanna, e spiega: “Il problema di Stefania Nobile è che amministrava la società che faceva proventi illeciti, dalla quale la stessa ha tratto profitto”. Corona traduce: “La verità è che Stefania Nobile non è accusata di traffico di sostanze stupefacenti e prostituzione”.

“Non solo”, continua Corona, “Lei, a differenza di Davide, si è sottoposta a interrogatorio”. Poi ipotizza una condanna di 4 o 5 anni per Lacerenza, ritenendola in qualche modo positiva perché in tutto questo tempo non potrà drogarsi e sarà obbligato a frequentare il Sert. Ma come farà, domanda Corona a Fusetti, a “stare senza pippare per 5 anni?”. L'avvocato la vede grigia, anzi bianca: “Secondo me ricadrà nello stesso errore. Non ho dubbi: avrà gli stessi problemi, perché non ha affrontato, come ha fatto lei signor Corona, i suoi problemi davanti al pubblico. Non ha ammesso le sue colpe. Poi magari mi sbaglio, ma non credo ci sarà alcuna pena rieducativa, né tantomeno il patteggiamento che andrà a proporre sarà sufficiente a rieducarlo. A riprova di quello che dico, affermo che se Lacerenza non si affida a un servizio diverso dal Sert, quindi di cura privata, ricadrà nello stesso errore. Con lei voglio fare una scommessa, che andrà a finire nello stesso modo”. Qui Corona, visto che l'avvocato sta ingranando con il tasso alcolico e ha già risposto a una delle due domande che erano state fatte alla finestra, passa alla domanda che lo tocca di più personalmente, quella su Clotilde, che Fusetti ha cresciuto personalmente. “La situazione non cambierà mai, le luci non si riaccenderanno”. Corona ha anche un momento di solidarietà con Lacerenza: “Ha pagato lui per tutti, come me ai tempi. Quello che succedeva alla Gintoneria e alla Malmaison succede in tutti i locali di Milano, e la polizia, la questura, la magistratura e il sindaco Sala se ne fottono”. Poi arriva una videochiamata dall'avvocato Chiesa, e secondo lui Lacerenza potrebbe patteggiare a cinque anni, soprattutto se risarcisce. La serata è praticamente finita, Corona lascia un bigliettino con un augurio di futura libertà da infilare sotto la finestra di Davidone, poi mostra una litigata con dei passanti in macchina, che definisce come criminali. Buonanotte.

