Lo stile non sarà il glamour trash della Gintoneria di Davidone Lacerenza e Stefania Nobile, ma il concetto è quello. Oro, auto di lusso, sciabolate, bamba, bella vita e bella gente. Niente cavalli, siamo in Trentino e non a Milano, qui il tormentone era: “Tutto croccante.” Fresca in abbondanza, il tutto in mezzo agli scenari imbiancati, a quanto pare, sia fuori che dentro. Una famiglia di albergatori, secondo la Procura di Trento, avrebbe utilizzato i propri hotel come base per traffico di droga e riciclaggio. Nello specifico, i proventi del narcotraffico sarebbero stati riciclati in vari modi: proprietà, azioni, lingotti d'oro. Il nome dell'inchiesta è lacerenzesco: “Sciabolata.”, così come la fine che hanno fatto gli Agostini, questo il nome della famiglia indagata. Non sarà che sciabolare porta sfiga? O sarà soltanto che a ostentare il lusso si attirano le guardie? In entrambi i casi, sempre meglio il low profile.

Come riporta il Corriere, le indagini hanno tirato in mezzo una settantina di persone: reati contro la pubblica amministrazione, traffico di stupefacenti, riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori. Un maxi sequestro da 12 milioni di euro. Secondo la Procura, a capo dell'organizzazione ci sarebbe stato il sessantanovenne Claudio Agostini. Sotto ci sarebbero stati i figli Alessio e Gabriele, 42 e 39 anni. L'uomo, ben più anziano di Lacerenza, avrebbe gestito personalmente i traffici degni di Pablo Escobar. Nondimeno, aveva già un curriculum criminalmente eccelso, con delle condanne per violenza sessuale e circonvenzione di incapace. Nel frattempo, il figlio Gabriele faceva il Davidone in versione après-ski. Video in cui sciabolava sul tetto dell'hotel, in cui flexava tra Porsche, Ferrari, partite del Milan, spritzini in quota e quant'altro. Ironia della sorte, tra una festa e l'altra è stato pizzicato proprio il giorno del suo compleanno. Gabriele Agostini aveva in gestione lo Chalet Tower Pub di Andalo, oggi sotto sequestro, il quale sarebbe stato utilizzato come base di smercio. Secondo le accuse, il rampollo della famiglia di albergatori avrebbe trasformato 65mila euro in lingotti d'oro in un giorno solo, mentre in un'intercettazione si faceva riferimento a un altro carico da 120mila euro, da cui le accuse di riciclaggio. Più che un pub, sembrava la Casa di Carta.

Il fratello Alessio, rispetto a Gabriele, era meno appariscente sui social. Forse anche per quanto riguarda le accuse: corruzione e turbativa d’asta. Secondo gli inquirenti avrebbe taroccato un appalto pubblico, coinvolgendo l'allora presidente di Patrimonio del Trentino Andrea Villotta, facendosi fare un bando su misura relativo all'acquisizione di un Grand Hotel a Levico Terme alla modica cifra di 10 milioni di euro. Per avere questo favore, Villotti sarebbe stato ospite gratis nei ristoranti, negli hotel e nelle Spa della famiglia Agostini più, sempre dalle carte dell'accusa, una borsa Louis Vuitton da 2.600 euro e un paio di scarpe da 1.000. Finita? No, perché stando alle ricostruzioni, il più grande degli Agostini nel 2011 aveva patteggiato un paio d'anni per prostituzione minorile. Fragolina sullo champagne: si mormora che negli orari di chiusura dell'hotel si organizzassero festini nella spa, con escort e tutto il resto. Come riporta il Corriere, i vicini di casa parlano di un fitto via vai di auto di lusso, da cui scendevano ragazze sempre diverse, anche molto giovani. Il modello Gintoneria funziona, e chissà se prima o poi vedremo anche gli Agostini ospiti alla Zanzara.

