La decisione che alcuni avevano pronosticato è arrivata: Andrea Beretta, ex capo della curva Nord dell’Inter e autore dell’omicidio di Antonio Bellocco, si è pentito. Klaus Davi, all’inizio di questa vicenda, ci aveva parlato del pentimento come l’unica via per la sua riabilitazione criminale (qui l’intervista). La decisione di Beretta sarebbe arrivata dopo la visita del pm Paolo Storari a San Vittore, accompagnato dalla procuratrice aggiunta Alessandra Dolci e dai vertici della squadra Mobile. “Berro” non fornirà nuove informazioni sulle ragioni dell’uccisione di Totò Bellocco e delle ultime questioni riguardanti l’associazione tra i gruppi ultrà e la ‘ndrangheta: “Vi parlerò dell’omicidio di Vittorio Boiocchi e della curva Nord”. La storia che Beretta racconterà, quindi, parte da lontano, almeno dal 2022, quando la procura di Milano aveva già cominciato la sua indagine sulle curve di San Siro. L’ex leader del tifo nerazzurro, in prigione dal 4 settembre, non aveva molte possibilità: da una parte la scelta di non parlare, con il rischio di dover rimanere per molti anni in carcere (anche per fatti slegati dall’inchiesta “Doppia Curva”; dall’altra la possibile contromisura della criminalità organizzata (qui abbiamo scritto delle minacce che aveva già subito), con la ‘ndrangheta pronta a farlo fuori una volta uscito. Pentirsi e ottenere la protezione delle istituzioni, forse, era l’unica alternativa.
Ci saranno dunque presto sviluppi sull’omicidio ancora irrisolto di Vittorio Boiocchi, avvenuto il 29 ottobre del 2022, prima di Inter-Sampdoria. Un fatto di cui Beretta sa certamente qualcosa. Al tempo, infatti, fu lui a prendere in mano la Nord, dopo la morte del vecchio leader. E i due, come abbiamo spiegato in questo articolo, non si piacevano: Boiocchi aveva estromesso dalla curva Ivan Luraschi, l'uomo delle coreografie e fedelissimo di Beretta; inoltre, degli screzi c'erano già stati per la gestione dei soldi provenienti dal merchandising e dalle vendite di We are Milano. Sta di fatto che la morte di Vittorio è stato l'inizio dell'ascesa dei nuovi capi: Beretta, Bellocco e Marco Ferdico. Con ogni probabilità, quindi, l'ex ultrà sa che il delitto è stato progettato in ambienti interni alla curva. E, chissà, potrebbe anche rivelare il nome dell'esecutore materiale. Le parole di Berro saranno anche fondamentali per capire con ancora più precisione le ragioni dietro all’esplosione del conflitto interno alla Nord, culminato con le ventuno coltellate a Bellocco, che a sua volta voleva far fuori l’ex compagno ultrà. Peccato che quest’ultimo sapesse delle intenzioni del calabrese e si fosse preparato (ne abbiamo parlato qui). Insomma, l’autore dell’omicidio che ha portato l’attenzione su San Siro, il tifo organizzato e le infiltrazioni mafiose ha deciso di collaborare. Siamo a un punto di svolta in questa storia?