In questa storia la passione è stata dimenticata. I protagonisti, i capi delle curve di Milan e Inter, volevano il potere. Il calcio giocato, quello delle coreografie e i cori, trova poco spazio. Il processo Doppia Curva è arrivato al momento decisivo: oggi martedì 17 giugno verranno emesse le sentenze per 16 degli imputati. Ci sono anche Andrea Beretta e Marco Ferdico tra questi. Gli ultrà del Milan arriveranno in massa fuori dall’aula bunker di San Vittore. Sono attesi 3-400 tifosi. Pare sia stato lo stesso Luca Lucci, il Toro e capo indiscusso della curva rossonera, a invocare l’adunata. Già nei giorni scorsi a dire il vero i Banditi della Sud avevano mandato un messaggio chiaro a stampa e Procura. “Noi non siamo un’associazione a delinquere”. Sulla pagina di YouTube dei Banditi è stato pubblicato un video in cui l'avvocato Jacopo Cappetta ha spiegato come fossero andate le cose a processo. Per il legale l’ipotesi associativa era fin dall’inizio debole e ha sostenuto che Lucci durante il suo regno ha sempre “stigmatizzato l’uso della violenza”. Il percorso fatto insieme al club sarebbe inoltre un esempio di legalità e di come società calcistiche e ultrà possano collaborare, lavorare insieme per garantire un tifo corretto. E, appunto, sempre contenuto nei limiti della legge. “Parlavo con tutti”, ha detto Lucci, “presidenti e dirigenti”. Un sistema collaudato di relazioni e patti non scritti che serviva a tutti i soggetti in causa, dice l’ultrà. I soldi, invece, arrivavano con la droga. Peccato che il Milan si sia costituito parte civile.

Sembra che Lucci nel corso delle udienze si sia sempre comportato da protagonista, come se anche in aula dovesse dimostrare che il capo è lui. E avrebbe attaccato in continuazione la Procura e il pm Paolo Storari, il quale sarebbe sempre stato restìo all’idea che in curva ci fosse un unico padrone. Un leader peraltro nominato senza elezioni o investiture ufficiali. Cose da ultras, che partono da lontano. Titoli che si guadagnano con il tempo, con gli scontri e la fedeltà allo stemma. Lucci ha sempre rilasciato dichiarazioni spontanee ed è sempre stato fermo su un punto: “Pretendo l’assoluzione”. La stessa cosa che, da fuori, hanno sempre ripetuto i Banditi della Sud: “Siamo solo ultras”. Le vicende criminali già dai primi comunicati ridotte a “vicende private”. Diversa la situazione per l’Inter. L’avvocato Cappetta ha dichiarato che i meccanismi che regolavano la Nord erano più complessi e articolati. Tenevano insieme biglietti, merchandising, guardianìa dei baracchini. In più la situazione degli ultrà nerazzurri è appesantita dall’aggravante del metodo mafioso. Non si è parlato di droga per quanto riguarda la Nord. Almeno fino all’inizio del processo. Ora, però, le cose potrebbero cambiare: si sarebbero infatti aperti altri scenari, ancora più intricati, in cui ci sono di mezzo anche gli stupefacenti. Questioni che riguardano sempre loro: i membri del vecchio direttivo.

