Confermato lo sciopero dei benzinai per il 25 e 26 gennaio. In seguito all'incontro con il governo, le posizioni delle due parti sono ancora distanti. I sindacati si sono dichiarati profondamente delusi. Faib, Fegica e Figisc pur avendo manifestato la propria intenzione al ministro Urso di giungere a una soluzione, protestano contro l'obbligo di cartellonistica presente nel decreto trasparenza. Roberto Di Vincenzo della Fegica: "Il decreto è già incardinato. Siamo l'unica categoria a dover comunicare i prezzi". Obbligo che penalizza i benzinai, inutile per far abbassare i prezzi. Questa è l'accusa principale della categoria dei benzinai al governo. L'unica concessione potrebbe essere quella di una riduzione dello stop, da 60 a 48 ore, quindi lo sciopero si svolgerà dalle 19 del 24 gennaio alle 19 del 26 gennaio, e riguarderà anche gli impianti self-service, tuttavia assicurando i servizi minimi essenziali. Potrebbero restare aperti gli impianti self gestiti in linea diretta dalle compagnie petrolifere. Il presidente nazionale di Figisc Confcommercio, Bruno Bearzi: "Sono profondamente deluso, ci aspettavamo ben altro. C'è stato uno sforzo per ridurre le sanzioni ma rimane l'obbligo del cartello, così il messaggio che rimane è che siamo una categoria da tenere sotto controllo perché speculiamo. Lo sciopero è confermato, ma fino all'ultimo momento siamo disponibili a vedere se troviamo margini di manovra".
Lo sciopero dei benzinai non è il primo sciopero contro il governo Meloni; infatti, il primo è stato quello dei sindacati di base del 2 dicembre, seguito da quello di Cgil e Uil il 16 dicembre. Per l’esecutivo aprirsi alle richieste della categoria vorrebbe poi dire trovarsi con la fila delle categorie dietro la porta. Ma i disagi scaturiti da due giorni di chiusura delle pompe, con conseguenti code per fare il pieno ai distributori, insieme ai rallentamenti delle consegne da parte degli autotrasportatori, sicuramente non passeranno inosservati ai cittadini. Se lo sciopero non verrà annullato all’ultimo momento, questa sarà una delle prime serie prove che il governo dovrà affrontare. Quali saranno i disagi a cui bisognerà far fronte? Oltre alle ovvie code, c’è il rischio reale che anche gli autotrasportatori decidano di intraprendere la stessa strada, con conseguenze difficili da prevedere nel trasporto delle merci. Al momento, tutto quello a cui stiamo assistendo, potrebbe essere solo un antipasto di ciò che attende il governo tra pochi mesi. Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, coordinatore dei sindaci del Partito democratico: "La gestione della vicenda accise e lo sciopero dei benzinai sono esemplificativi di cosa sarà capace di fare il governo Meloni nei prossimi mesi. Con arroganza e rigidità sono stati capaci di scontentare tutti". Accuse che Lino Ricchiuti, vice responsabile dipartimento imprese e mondi produttivi di Fratelli d’Italia, ha subito rispedito al mittente: "Le polemiche delle opposizioni sul caro benzina sono pretestuose e fanno ribrezzo. Fare benzina costa troppo e la rabbia dei cittadini è lecita. Ben altra cosa è la speculazione della politica su questo problema. La differenza di prezzo dimostrabile al self service tra i primi di dicembre, quando era ancora in vigore lo sconto sulle accise, e quella degli ultimi giorni, è di 6 o 7 centesimi".