È in arrivo uno sciopero di tre giorni dei benzinai, che chiedono di essere ascoltati, per capire qual è il destino che li attende. Come annunciato dalle organizzazioni di categoria dei gestori Faib, Fegica ed Anisa le aree di servizio autostradali rimarranno chiuse dalle ore 22 di martedì 13 dicembre, fino alla stessa ora di venerdì 16 dicembre. Una protesta che arriva come un fulmine a ciel sereno, ma che va a scoperchiare una problematica presente dai tempi della pandemia: la mancata ristrutturazione dell’impianto delle aree di servizio autostradali. A causare il tutto la bozza di Decreto Interministeriale, come spiegato da Antonino Lucchesi, presidente Faib autostrade: "Urge un nuovo decreto sulle concessioni autostradali. Il 7 agosto del 2020 è scaduto il precedente decreto sulle concessioni, che poi non è stato rinnovato a causa della pandemia, congelando di fatto tutte le assegnazioni. Sarà un decreto importante perché sancirà il modo in cui verranno espletate le gare e quali saranno le nuove regole. Soltanto scoprendo questo potremo capire se sopravviveremo o no. Prima con Conte e poi con Draghi avevamo fatto delle proposte, rimaste tutte disattese, abbiamo scritto anche all’attuale governo e a tutti i ministeri coinvolti, ma ad oggi non vi è stata alcuna risposta. Lo scorso 31 ottobre dovevano uscire le nuove regole, ma questo non è avvenuto, motivo per cui ad oggi noi non possiamo sapere come andrà a finire. Ci spaventa il fatto che, nella bozza circolata negli ultimi mesi, noi non esistiamo completamente. Noi siamo costretti a rimanere aperti h24, ma adesso è arrivata anche la batosta delle bollette, passate da 2.200 euro mensili a picchi di 9mila, nonostante il consumo non sia cambiato. Anche se in questo momento ci interessa di più la nostra sopravvivenza, gli aspetti economici hanno il loro peso. Siamo stati costretti a rimanere aperti anche durante la pandemia, quando nessuno poteva circolare. Gli aiuti governativi sono arrivati, ma non sono stati in grado di pareggiare le perdite. Infine, c’è anche il problema della transizione elettrica e di come verrà gestita: noi chiediamo di diventare ‘gestori della mobilità, erogando Gpl, benzina o elettricità".
Lo sciopero delle aree di servizio autostradali non riguarderà le stazioni in mano alla ristorazione, che invece rimarranno aperte. C’è anche la possibilità che lo sciopero duri meno di tre giorni: "Siamo disponibili a ragionare se ci convocano. Siamo anche disponibili ad interrompere la protesta in caso di chiamata dal ministero. Possiamo discutere di tutto, ma se c’è in gioco la sopravvivenza devi scioperare e portare avanti la tua battaglia, perché in questo momento è a rischio non soltanto nostro futuro, ma anche quello di migliaia di dipendenti e delle loro famiglie". Una richiesta chiara e inequivocabile, che diventerà protesta, con la speranza che qualcuno, da Roma, sia in ascolto. Intanto, visto i tre giorni senza benzina, sarà meglio fare il pieno. Nel frattempo, i prezzi di benzina, diesel e Gpl sono in salita per l'effetto della riduzione del taglio delle accise in vigore dal primo dicembre scorso. Il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self è 1,696 euro al litro, quello del diesel self va a 1,775 euro al litro, i prezzi del Gpl si posizionano tra 0,772 a 0,790 euro al litro, infine, il prezzo medio del metano auto si colloca tra 2,124 e 2,413.