Marco Travaglio ha smontato il metodo Iene e anche il metodo Repubblica sul delitto di Garlasco. L’omicidio di Chiara Poggi è un fatto tragico, ma per il direttore del Fatto Quotidiano il modo in cui la stampa lo sta trattando non vale nemmeno la tragedia. Anzi, al massimo si può parlare di “Burlasco”. Così Travaglio nell’editoriale di oggi: “Garlasco, le tracce di Dna sul pattume: ‘Sono tutte di Chiara. Una è di Stasi’”, scrive il Corriere della sera, “Vuoi vedere che il colpevole è il colpevole?”. Insomma, le idee di Travaglio su chi sia l’autore dell’omicidio sono chiare. Del resto c’è una sentenza della Cassazione a dargli ragione. La riapertura del caso e l’indagine a carico di Andrea Sempio sembrano non convincerlo. Poco convincenti, al momento, le varie teorie costruite intorno al caso. Su tutte, la più suggestiva resta quella che porta fino al Santuario della Madonna della Bozzola; una storia di esorcisti, di corruzione, di scandali sessuali coperti dalla Chiesa. Concretamente, però, c’è poco, almeno per ora. Nuovi sviluppi però sono attesi dalla ripresa dell’incidente probatorio, e sono spuntate nuove ipotesi relative all’arma del delitto. Un operaio egiziano ha infatti consegnato diversi attrezzi alle forze dell’ordine per accertamenti.

Ancora il Corriere: “Garlasco, il giallo degli oggetti nel canale trovati 7 anni prima delle rivelazioni. Quando Bruscagin ha raccontato di aver sentito il rumore di oggetti (poi non ritrovati), alcuni attrezzi erano già stati rinvenuti inconsapevolmente da un manovale egiziano, che li ha consegnati ai carabinieri”. E Travaglio: “Ah, ecco, ora è tutto chiaro”. Siamo sempre lì: ritrovamenti, testimoni che arrivano dopo anni di silenzio, indagini che hanno tralasciato dei dettagli che ora sembrano fondamentali. E di chiaro, al momento, c’è ancora poco. Più che un’indagine, per il direttore del Fatto questo caso è ormai una “burla”.
