La lunga faida tra Elkann e Agnelli continua a far polemica. Tanto per riassumere la situazione: Margherita Agnelli, figlia di Gianni Agnelli e di Marella Caracciolo, ha trascinato in tribunale i suoi tre figli avuti dal primo matrimonio, John, Lapo e Ginevra Elkann, contestando quanto emerso dalle eredità dell’Avvocato e consorte, che hanno lasciato l’intero impero nelle mani dei nipoti, e soprattutto del più grande, ovvero Jaky, come viene chiamato da amici e familiari. Una situazione da dramma familiare che a dire il vero ha radici lontane. Parte nel 2004, quando John viene “eletto” a tutti gli effetti erede di Gianni, ma forse occorre andare ancora più indietro nel tempo. A parlarne adesso è il periodico Gente, che parte dall’intervista rilasciata dal più grande dei fratelli Elkann al giornale L’Avvenire, per analizzare i problematici rapporti nella royal family torinese. Il punto fondamentale, però, riguarda la rivelazione di un’infanzia sofferta dei tre piccoli rampolli: “Insieme ai miei fratelli Lapo e Ginevra - ha raccontato John - fin da piccoli abbiamo subito violenze fisiche e psicologiche da parte di nostra madre. Ed è questo che ha creato un rapporto protettivo da parte dei nostri nonni”. Una rivelazione, come la descrive Francesco Vicario nel suo articolo, che “ha proporzioni enormi. E ci offre una cifra in più per conoscere Elkann: il dolore”. E così il giornalista si infila nel ventre della dinastia Agnelli, investigando soprattutto sul difficile passato di Margherita. Ma davvero era una madre violenta?
Tra Margherita e i genitori, “alla fine degli anni 60 - scrive Vicario su Gente -, il distacco: terrorismo e pericolo dei sequestri rendono un necessario periodo formativo lontano da casa per i ragazzi Agnelli. Edoardo (fratello maggiore di Margherita, ndr) vola negli Stati Uniti. Margherita prima va in Svizzera, poi in Inghilterra […] infine si trasferisce a Roma per studiare arte”. E proprio la Capitale è lo scenario di “riottosità e vita romana: per Margherita significa gonnelloni in stile hippie, ma non droga, che non la affascina”. Insomma, un allontanamento netto dall’immagine del padre. “Il cugino Ruy Brandolini - continua il giornalista le presenta Alain, 24 anni, figlio di Keam Paul Elkann […] e Carla Ovazza, appartenente a una dinastia di banchieri torinesi, ebrei anche loro”. Tra i due ragazzi scocca l’amore, ma soprattutto, scrive Vicario, “il desiderio di affrancarsi dal rispettivo parentado. Dopo sei mesi lui la chiede in moglie. Si sposano nel settembre 1975 a Villar Perosa”. Secondo le ricostruzioni, Gianni “ha avuto una reazione tiepida verso questo matrimonio”. La coppia, comunque, si trasferisce a New York, dove Alain viene assunto da Bentham Books (“di cui Fiat aveva una partecipazione” sottolinea Gente), e lì nel 1976 nasce John. Una nascita che “non viene celebrata da alcuna fotografia, da alcun rotocalco”. Ed è a questo punto che iniziano i primi problemi a sfondo religioso. Alain, si legge sul periodico ha “portato (John, ndr) in segreto, insieme al padre, al Tempio di New York per farlo entrare con tutti i crismi nella comunità ebraica. Margherita, convintamente cattolica, quando si accorge di ciò che è accaduto, va su tutte le furie” al punto che “battezza John in autonomia nel bagno di casa, con l’acqua del lavello”. Poi arrivano anche Lapo e Ginevra, ma il matrimonio si spezza. A questo punto Margherita vive a Londra, dove, riporta Vicario, “conosce colui che sarebbe diventato il suo secondo marito, il conte di origine russe Serge de Pahlen”, e si riaccende il problema della fede…
Questa volta, però, riporta Gente, Margherita “si converte con decisione alla chiesa ortodossa e pretende che i figli si esercitino nelle preghiere”, particolare portato alla luce dalla giornalista statunitense Jennifer Clark nel suo libro L’ultima dinastia; di recente la figlia dell’avvocato Agnelli ha diffidato la scrittrice. Comunque sia, è in questo scenario che si incomincia a instaurare un forte legame tra i tre fratelli Elkann e i nonni Gianni e Marella. Ma se tale “situazione che (gli Elkann, ndr) sentivano confusa e instabile”, come dichiarato dalla Clark, era cosa nota, Francesco Vicario ha voluto sentire una cugina di Margherita, che ha preferito rimanere anonima, per chiederle se queste accuse di violenza abbiano effettivamente o no un fondo di verità. “Ha sempre avuto un carattere particolare, difficile, prepotente” ha dichiarato la familiare, che poi ha concluso: “Mi chiede se (Margherita, ndr) sia stata una persona manesca? Non posso negarlo. Da bambina alzava le mani. E le dico anche che se Jaki ha raccontato questa storia, questa storia è vera. Ne sono certa”.